Stalking su barista di S. Secondo: il poliziotto arrestato, «sono innocente»

Stalking su barista di S. Secondo: il poliziotto arrestato, «sono innocente»
Venerdì 7 Luglio 2017 - 13:28

«Siamo in attesa che il giudice rivaluti la posizione di Conte, alla luce dei nuovi elementi che abbiamo fornito durante l'interrogatorio di garanzia di ieri»: così l'avv. Gessica Martello, che assiste Massimiliano Conte, il 31enne poliziotto della Stradale di Torino arrestato martedì 4 ed ora in carcere alle Vallette. A suo carico accuse pesantissime: minacce, danneggiamento, diffamazione, stalking ai danni di Marcello Paschetta, il barista gravemente infamato con una serie di volantini che in marzo lo additavano come "pedofilo", da cui stare "attenti". Una vicenda terribile che si è snodata su Via Val Pellice, nel comune di S. Secondo, e che trarrebbe orgine da questioni di rivalità commerciale. Tra i numeri civici 88 e 94 della Provinciale sorgono infatti il bar-tabacchi Infinito Cafè di Paschetta e "Il Salento di Mary", un piccolo negozio di vendita di prodotti salentini, terra d'origine della famiglia di Conte, intestato alla moglie del poliziotto.  «È stato costruito un castello di accuse senza che ci siano elementi probatori inconfutabili - aggiunge l'avv. Martello - e c'è una persona in carcere». Per questo il legale ha già fatto istanza al Tribunale della Libertà («attendiamo sia fissata l'udienza») e ha portato al giudice Alfredo Toppino elementi che, dice, dovrebbero indurlo quantomento a mitigare la misura, se non a revocarla, come lei spera. Quanto al poliziotto, nell'interrogatorio di ieri ha respinto le accuse, dichiarandosi innocente: «Non è lui l'autore dei danneggiamenti al bar di Paschetta (risalenti al 23 gennaio, ndr), nè del volantino», diffuso il 9 marzo. «Le telecamere riprendono un uomo incappucciato, ma non si può assolutamente dire che si tratti Conte. Inoltre, nel suo computer non è stato trovato alcun file originale del manifestino, così come non è stata ritrovata nella sua abitazione la scaletta utilizzata per danneggiare le telecamere dell'Infinito Cafè. Quanto al passamontagna, è quello della divisa, con tanto di stemma della Polizia. Nell'ordinanza sono scritte cose non corrispondenti al vero, come dimostrano gli atti», puntualizza Martello. «Non dimentichiamo che la perquisizione a casa di Conte (che risiede al piano superiore del suo locale, ndr) risale al 20 marzo e gli accertamenti informatici sono successivi a quella data. Siamo di fronte ad un'ordinanza fatta sulla base di un sequestro nullo, perchè mai convalidato da alcun giudice», rincara il difensore del poliziotto. «Il pm ha disatteso le norme di procedura e costruito un quadro accusatorio piuttosto traballante». Di tutt'altro avviso, ovviamente, il legale, di Paschetta, avv. Pierfranco Bertolino, forte delle risultanze contenute nel fascicolo del pm Andrea Padalino. 

Lucia Sorbino
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