Processo Jahier, società e auto di lusso: Paolo condannato a 7 anni e 2 mesi per autoriciclaggio e bancarotta

Processo Jahier, società e auto di lusso: Paolo condannato a 7 anni e 2 mesi per autoriciclaggio e bancarotta
Giovedì 18 Aprile 2024 - 15:02

Sette anni e due mesi di reclusione, e 36mila euro di multa: questa la sentenza pronunciata questa mattina dal giudice Potito Giorgio per il pinerolese Paolo Jahier, classe '65, noto e assai discusso commerciante di auto di lusso, peraltro non nuovo a guai giudiziari. Il procuratore aggiunto Cesare Parodi, nella requisitoria del 12 dicembre, aveva invocato una condanna a 10 anni e 10 mesi.

Per il padre Ermanno Jahier, 90 anni, la pena è stata di 18 mesi (due in più di quanto chiesto dalla Procura), con condizionale e non menzione.

Difesi dall'avv. Wilmer Perga, i due erano chiamati a rispondere, e per questo sono stati condannati, del reato di autoriciclaggio (per aver utilizzato circa 3 milioni di proventi generati da evasione e bancarotte, e quindi illeciti) e, il solo Paolo, anche di usura e favoreggiamento della prostituzione (avrebbe concesso camere del Macumba di corso Torino come casa d'appuntamenti), ma soprattutto di bancarotta fraudolenta, in relazione alla Er.Luc, società fallita il 12 gennaio 2017.

Parzialmente soddisfatto l'avv. Perga, che però precisa: «La pena odierna (come detto 7 anni e due mesi, ndr) comprende, in continuazione, anche la condanna a 2 anni e 8 mesi per il fallimento Erluc, definitiva dal 12 aprile 2023 e per la quale abbiamo chiesto l'affidamento in prova ai servizi sociali». Detto altrimenti, la sentenza a carico di Paolo Jahier in relazione ai fatti del procedimento odierno, si ferma a 4 anni e 6 mesi. Il ché, per quelle cervellotiche alchimie giuridiche di cui gli avvocati (bravi) sono maestri, potrebbe persino permettergli di evitare il carcere. Un'eventualità per ora scongiurata trattandosi di primo grado di giudizio, ma che in prospettiva richiede he si realizzino determinate condizioni. «Intanto, dopo aver letto le motivazioni presenteremo appello - anticipa Perga - e qui speriamo ancora nell'assoluzione o quantomeno nella riduzione della pena di almeno sei mesi, per poter scendere sotto i 4 anni e poter così richiedere anche in questo caso l'affidamento in prova». Un sentiero per ora costellato da "se", "ma" e tante speranze, che potrebbero anche infrangersi contro altri procedimenti giudiziari che per Paolo Jahier paiono ancora profilarsi all'orizzonte. Vedremo. Intanto resta un fatto: i volti di Paolo e di Ermanno questa mattina non erano di certo sereni. E dopo quel verdetto, è facile comprenerne i motivi. «Mai fatto nulla di male, ho sempre solo lavorato», continua a ribadire l'anziano e battagliero Ermanno, forse dimenticando che oltre a lavorare è necessario pure pagare le tasse dovute.

Confiscato pure l'appartamento di Corso Torino, che già era stato dell'ex amico ed ex tributarista Beniamino Costantino. Per il Tribunale, era stato acquistato con denaro di provenienza illecita. 

GLI ALTRI IMPUTATI

Sul banco degli imputati, anche l'avv. torinese Patrizia Fagioli, accusata di usura. Per lei il pm Parodi aveva chiesto 4 anni di reclusione: i giudici l'hanno invece assolta da tutte le imputazioni, «perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto», precisano le avvocate Elena Negri e Cristina Trabucco, che hanno sempre creduto nell'innocenza della collega e oggi ne portano a casa la conferma.

Ultimo imputato, Aldo Antonio Frassanito (avv. Gianfranco Ferreri): per lui, che ha optato per il rito abbreviato, condanna a due anni.

Il dibattimento si era aperto il 21 ottobre del 2022 davanti ai giudici della Quarta sezione penale (presidente Potito Giorgio, a latere Luca Barillà e Antonella Nocifora). Dopo le arringhe difensive del 13 marzo, oggi è arrivata la sentenza. Motivazioni tra 90 giorni.

Lucia Sorbino
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Paola Molino