Pinerolese in una cappa gialla:«Fate qualcosa qui non si respirà più»

Pinerolese in una cappa gialla:«Fate qualcosa qui non si respirà più»
Domenica 31 Marzo 2019 - 11:58

Il rogo della ex Annovati brucia ormai da tre giorni e nel Pinerolese non si respira più. L'alta pressione questa mattina schiaccia il fumo acre a terra e le correnti  lo spingono verso la Val Noce, le montagne non si vedono più. I Tre Denti sono avvolti  in una nebbia giallastra, che ti prende alla gola. ll paesaggio è inquietante, da "day after". Per strada si vedono sempre di più passanti indossare mascherine protettive. Una donna a Roletto sta caricando i figli in auto: «Me ne vado, qui non si può stare, non posso far respirare ai miei figli questo schifo, ci dicono che è tutto a posto, ma la gola brucia e sentiamo prurito». Una coppia con il cane passeggia per strada il volto coperto da una sciarpa: «Ditelo che qui non respira, per quanto ancora dovrà durare questa situazione?». L'assenza di informazioni aggiornate e dirette ai cittadini da parte delle autorità è totale, se si esclude il comunicato emanato ieri dal sindaco di Frossasco.

Qualcuno indicando lo strato di cenere per terra ci ferma: «Per favore qualcuno ci dica se quest'anno potremo fare l'orto, che cosa c'è in questa porcheria?». Noi giornalisti che abbiamo visto da vicino la grande collina abbiamo potuto constatare che non solo di residui legnosi si tratta, in mezzo seppure in proporzione minore si trova  plastica, residui di materiale vario e anche ferro, che non brucia, ma  testimonia che il materiale ammassato era sìdi tipo legnoso, ma non vagliato. In tutto trentamila tonnellate, questo significa per dare un'idea della quantità di maeriale depositato, che per sgombrare il cortile sarebbero stati necessari almeno mille camion di grandi dimensioni.

Incontriamo il sindaco di Frossasco, Federico Comba, davanti all' Annovati. Sindaco la gente comincia a non poterne più di questa situazione. «Anch'io, ieri sera ho chiesto a Vigili e Protezione civile di dirmi cosa intendono fare- spiega-ho avuto l'impressione che dopo la prima emergenza, si tendesse alla smoblitazione, io vorrei sapere invece se si pensa di intervenire in qualche modo, vorrei che si decidesse chiaramente se si intende provare a togliere del materiale oppure no». Negli uffici dell'azienda c'è l'amministratore della Kastamonu, con un esperto ambientale, parlano solo turco e si attende l'interprete.

Foto Dario Costantino
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino