Fallimento milionario, chi pagherà i danni?

Lo "spettro" dell'Agess torna ad aleggiare sulle valli pinerolesi

Lo "spettro" dell'Agess turba i sonni degli amministratori delle valli pinerolesi. Come dar loro torto, visto che - nel giugno 2011 - una sentenza del Tribunale di Pinerolo ha condannato la Comunità montana Val Pellice ad accollarsi parte del "buco" lasciato dalla Spa di sviluppo del territorio, di cui era socio di riferimento: quasi 2 milioni, cui vanno aggiunti 200mila euro per interessi e spese. Il problema - oltre che economico - è politico. Perché l'ente condannato non esiste più, essendo confluito nella Cm del Pinerolese. Non solo: anche la "grande" Comunità sta per andare in pensione, lasciando spazio a nuove forme associative tra Comuni. Ed è chiaro che quel fardello da oltre 2 milioni di euro nessuno lo voglia, men che meno i territori - Val Chisone e Pinerolese pedemontano - che la riforma Bresso unì forzosamente alla Cm Val Pellice. Crediti e debiti compresi.
«Noi siamo fuori, sia chiaro. Non vorremmo dover pagare in futuro per cose di cui non sapevamo neppure l'esistenza», ha tuonato nell'ultimo Consiglio di Comunità montana il rolettese Silvio Bertrand. I sindaci della Val Chisone sono i più inviperiti: Renzo Furlan di Perosa ribadisce in ogni contesto, anche informale, «che l'unica a dover pagare è la Val Pellice».
Il timore è che si debba vendere una delle tre sedi della Comunità prossimamente in liquidazione: e l'unica non gravata da mutui e ipoteche è proprio quella di Perosa.
Il presidente della Cm del Pinerolese, Andrea Coucourde, invita alla cautela e alla riservatezza: «Ne parlermo in un Consiglio informale» (cioè a porte chiuse). Alla sentenza è stato proposto appello: l'udienza in Tribunale a Torino è fissata al 30 aprile.�

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Paola Molino