Abbasso le quote rosa

Donne o uomini, basta che si impegnino

Spazio alle donne. Ma non per legge. Basta l'impegno. E se chi si impegna è una donna, tanto di cappello. Ma che senso ha riservare, per legge, un terzo o la metà dei posti alle donne se poi nei centri di potere - a livello pubblico o privato - ci sono poche donne disponibili?
Non fa una grinza avere un sindaco donna - penso alla Aglì a Prali, alla Zoggia a Porte, alla Simeone a None, o alla Bricco a Bibiana, ma non sono gli unici casi nel Pinerolese. Anzi, mi dicono che queste donne sono attente al loro lavoro, ci mettono impegno e passione. Proprio come altri uomini impegnati in amministrazioni pubbliche o private. L'importante non è tanto il sesso, ma la preparazione, la dedizione ad un'attività, sia essa pubblica o privata, alla quale dedicano parte del proprio tempo.
Ora si sta cadendo nella più bieca retorica. Ci sarebbe un progetto di legge bipartisan che imporrebbe, per le società quotate in Borsa, la presenza di almeno un trenta per cento di donne nei Consigli di amministrazione. Avanti di questo passo tra poco potremmo avere un terzo di donne nel Cda dell'Acea di Pinerolo (non ancora quotata in Borsa) non per scelta, ma per legge.
Non mi preoccupa se un Cda è costituito in maggioranza da donne. Importante è la loro competenza, il loro impegno. È quello che conta in definitiva. Sia per uomini o donne. Ma non certo per decreto legge.

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Paola Molino