Nella Beirut devastata due Pinerolesi impegnati nei Corridoi umanitari: stanno bene

Nella Beirut devastata due Pinerolesi impegnati nei Corridoi umanitari: stanno bene
Mercoledì 5 Agosto 2020 - 11:17

Beirut - Il medico pinerolese Luciano Griso e l'operatore umanitario di Macello Simone Scotta, impegnati da tempo a Beirut con il progetto dei Corridoi umanitari e Mediterranean Hope, le hanno sentite distintamente le due esplosioni provocate dall'incendio di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio che ieri, nel tardo pomeriggio hanno seminato morte e distruzione nella capitale libanese. «Avevo finito il servizio - ci racconta il dottor Griso - ero in albergo e ho sentito distintamente le due eplosioni, la seconda ancor più devastante. Subito ho pensato a un terremoto, ma quando ho sentito i vetri delle case attorno saltare in aria il pensiero è andato a un attentato con autobomba, e pensare che siamo a circa 5 chilometri dal lugo dell'eplosione». I due pinerolesi stanno bene, «Ma il nostro ufficio è andato distrutto a causa delle esplosioni».  La missione naturalmente proseguirà, «Non sappiamo ancora se i rifugiati che seguiamo siano stati investiti dalla devastazione perchè le notizie sono frammentarie e i contatti al momento praticamente impossibile, in molti luoghi manca l'energia elettrica, internet non funziona e l'indicazione ieri era di non uscire a causa della ricaduta di sostanze dall'enorme nube spirgionatasi dalle esplosioni che aleggiava sulla città ». Al momento si contano più di cento morti, ma la situazione potrebbe peggiorare, considerato che tra i quasi 4mila feriti molti versano in condizioni disperati, e che un centinaio di persone risultano ancora disperse. «La situazione del Paese era già penosa a causa della profonda crisi economica che attanaglia il paese - prosegue il dottor Griso - peggiorata dall'emergenza Covid, qui ancora preoccupante, questo fatto, causato non si sa ancora se da incidente o da attentato, ha piegato definitivamente il Libano».

Sofia D'Agostino

Quello dei Corridoi umanitari è un progetto-pilota, realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas, completamente autofinanziato e tra i principali obiettivi c'è dievitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo. Nella foto i due Pinerolesi a Beirut: l'operatore umanitario Simone Scotta  (a sinistra) e il medico Luciano Griso.

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Paola Molino