Impianti olimpici: i conti della "Corte" sono da rivedere

Impianti olimpici: i conti della "Corte" sono da rivedere
Venerdì 11 Febbraio 2022 - 17:06

Tirano un parziale sospiro di sollievo gli imprenditori e amministratori pubblici coinvolti nella gestione degli impianti del post olimpico oggetto delle attenzioni della Corte dei Conti. Aveva fatto sensazione (ma non stupito) infatti l' istanza depositata il 22 dicembre scorso con cui la Procura contabile chiese ai giudici della Corte dei conti la conferma del sequestro dei beni facenti capo ai vertici di Parcolimpico, la società  privata che dal 2009 gestisce gli impianti olimpici con una convenzione di trent’anni. La Procura giustificava il provvedimento relativo alla gestione della Parcolimpico degli impianti sportivi già utilizzati per le Olimpiadi invernali del 2006, ottenuti in carico dalla Fondazione XX Marzo 2006, impianti a suo parere " oggetto di abbandono ed incuria, ovvero gestiti, con colpa grave, in maniera da non garantire la loro corretta conservazione e manutenzione, realizzandosi, in tal modo, un danno erariale pari alla perdita progressiva di valore degli immobilie degli impianti”. Un danno allo Stato quantificato nell'ordine di 17 milioni di euro.

Il 10 febbraio scorso però il giudice designato della Corte dei Conti, Alessandra Olessina, sentite le argomentazioni della difesa dei vertici di Parcolimpico, ha revocato  il sequestro giudicando gli atti presentati dalla procura non sufficienti a giustificare il provvedimento ritenendo necessario approfondimenti poichè emergerebbe relativamente ai singoli beni e impianti una casistica variegata: "nell’ambito della quale appare necessario verificare e distinguere l’eventuale sussistenza di situazioni mutate nel tempo (ad esempio impianti non più esistenti o  il cui utilizzo sia stato necessariamente limitato o mutato in base alla convenzione sottoscritta tra Fondazione e Parcolimpico s.r.l.). Detto questo non si tratta certo di un'assoluzione, anzi la giudice afferma che alcune delle tesi difensive sono accoglibili, ma altre sono infondate rinviando il giudizio nel merito al Collegio giudicante. Nellavicenda sono coinvolti anche gli amministratori pubblici membri del Cda della Fondazione XX Marzo 2006.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino