Impianti olimpici, Corte dei Conti sul modello di gestione: "troppo complesso"
Il modello di gestione degli impianti realizzati per le Olimpiadi 2006 "appare eccessivamente complesso". Lo affermano in un documento di 40 pagine i magistrati della Corte dei Conti, annotando ancora come i siti sportivi "si sono rivelati di scarso interesse dopo la conclusione dei Giochi". I rilievi critici dell'organismo contabile non riguardano il Palaolimpico e del Palavela("uniche strutture rivelatesi capaci di generare introiti significativi"). Corte dei Conti ha preso in esame, nel corso del 2024, tutte le opere gestite da Fondazione 20 marzo e Parcolimpico, spiegando ancora come le manuntenzioni straordinarie e le eventuali riconversioni, una volta impiegati interamente i ribassi d'asta dell'Agenzia Torino 2006, "ricadranno integralmente, per la prima volta, su proprietari e gestori". Entro sei mesi le amministrazioni chiamate in causa dovranno comunicare alla sezione di controllo le misure adottate. In una nota congiunta, Regione, Comune di Torino e Città Metropolitana hanno precisato: "I punti evidenziati dalla Corte dei Conti trovano la piena condivisione da parte di Regione Piemonte, Comune di Torino e la Città Metropolitana, che ne hanno approfondito più volte gli elementi di maggiore attenzione in un dialogo costante sia tra le istituzioni coinvolte che con la Corte stessa. Alla luce dello stato attuale, che vede tra l'altro i fondi della legge 65 definitivamente allocati e i relativi interventi già conclusi, in corso o prossimi all'avvio, grazie al lavoro svolto dal commissario della Agenzia Torino 2006, Vincenzo Coccolo, in sinergia con tutti i soggetti coinvolti, i Soci fondatori hanno già iniziato in modo condiviso e concorde ad analizzare il percorso che possa per il futuro garantire una adeguata gestione del patrimonio olimpico in pieno coinvolgimento con i comuni del territorio".
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Paola Molino