La Fondazione Cosso non chiuderà anticipatamente la mostra di Oliviero Toscani

Giovedì 6 Febbraio 2020 - 23:31

In serata, la Fondazione Cosso ha diffuso una nota stampa in riferimento agli eventi degli ultimi giorni che hanno interessato anche l'attività al Castello di Miradolo, dove è in corso la mostra del fotografo Oliviero Toscani. La riportiamo qui di seguito.

"La Fondazione Cosso disapprova totalmente le recenti affermazioni del fotografo Oliviero Toscani ai microfoni di una nota trasmissione radiofonica della Rai, che ricadono amaramente sulla tragedia del Ponte Morandi di Genova, che ha avuto tra le vittime quattro cittadini pinerolesi, alle cui famiglie va il nostro affettuoso pensiero.

La Fondazione Cosso ha raccontato con incontri, interviste e testi presenti in mostra, a tutti coloro che sono stati interessati ad ascoltare, le motivazioni che l'hanno spinta a organizzare questo progetto espositivo. 
L'opportunità di conoscere la produzione di un artista rappresenta sempre un valido tentativo di indagare il proprio tempo, sviluppare gli strumenti necessari per attribuire significati e generare un momento di riflessione.
Porsi in ascolto del territorio sempre in maniera critica rispetto ai contenuti e alle proposte artistiche e didattiche è tra i valori che sono presupposto della Fondazione.

Conscia dell'importanza sempre più irrinunciabile della cultura come primo baluardo della libertà di pensiero nell'uomo, la Fondazione Cosso nel suo percorso di ricerca, sperimentazione e contributo artistico, sociale e intellettuale, reputa quindi preferibile non chiudere anticipatamente la mostra e ritiene che la stessa rappresenti un valido tentativo di indagare il linguaggio dell'arte e il suo valore documentario".

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino