Mappatura della telefonia: Uncem raccoglie segnalazioni sulle zone d'ombra

Mappatura della telefonia: Uncem raccoglie segnalazioni sulle zone d'ombra
Martedì 10 Settembre 2019 - 16:30

C'è tempo fino al 30 settembre per inviare all'Uncem (l'Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani) le segnalazioni relative alle aree dove i telefoni cellulari non prendono e dove non è possibile telefonare, inviare messaggi, collegarsi a internet. Tutti i cittadini possono scrivere a [email protected], indicando borgate, toponimi di luoghi, frazioni, strade, coordinate geografiche.

 

Un problema molto sentito da chi vive e lavora nelle zone montane e marginali del Paese. E infatti le risposte non stanno tardando ad arrivare: «Sono finora un migliaio le mail ricevute che Uncem sta processando» spiega il presidente nazionale Marco Bussone. Secondo i dati Uncem sarebbero almeno dai 3 ai 5 milioni gli italiani che non riescono a telefonare

 

Tra le "zone d'ombra" segnalate ci sono già interi paesi, anche fino a 700-800 abitanti: aree dove proprio telefonare o ricevere chiamate è impossibile. In altri contesti una o più compagnie non arrivano e il segnale è molto debole, e per giunta peggiorato negli ultimi anni. «Vi sono poi moltissime aree in quota, sopra i 1.600 metri di altitudine, dove vi sono meno insediamenti, minori aree antropizzate, ma dove si trovano comunque borghi o "case sparse", abitate tutto l'anno o strutture ricettive, rifugi alpini, dove i telefoni cellulari restano senza segnale», precisa Bussone. Tante le segnalazioni di strade, anche Statali, dove il segnale si interrompe troppo spesso. Un problema per i residenti, ma anche per i turisti in viaggio.

 

Uncem ha poi intenzione di consegnare la mappatura al Governo, ai Parlamentari, alle Agenzie nazionali che si occupano di innovazione (come Agid), ai Corecom e all'Agcom. E naturalmente anche alle compagnie telefoniche, alle quali chiederà di investire e potenziare i ripetitori. «Al Governo e al Parlamento chiederemo di intervenire sulla normativa vigente, prevedendo ad esempio investimenti di fondi europei per nuovi ripetitori - aggiunge Bussone - nonché di consentire a Enti locali o imprese di poter installare ripetitori in zone non coperte».

 

Uncem ha già chiesto ai vertici del Ministero dello Sviluppo economico di verificare anche la possibilità di investire risorse europee, proprio come avvenuto negli ultimi anni con il Piano nazionale per la Banda ultralarga: Bruxelles che nel 2015 ha autorizzato l'Italia a investire nelle "aree bianche", montane e rurali, oltre tre miliardi di euro.

 

Altro grave fronte del digital divide nel Paese è la copertura televisiva, con sei milioni di italiani - calcola Uncem - che non riescono ad accedere ai canali del servizio pubblico oltre che a tutti gli altri.

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Paola Molino