Idroelettrico, Uncem e Federbim contro il decreto: «Forte penalizzazione»

Idroelettrico, Uncem e Federbim contro il decreto: «Forte penalizzazione»
Martedì 4 Dicembre 2018 - 11:20

Uncem e FederBim, vista la bozza di Decreto sulle Fonti energetiche rinnovabili, «esprimono forte contrarietà nella parte in cui il documento norma criteri, contingenti e incentivi riguardanti il settore idroelettrico» e ne chiedono sostanziali modifiche.

 

Secondo l'Unione dei comuni e degli enti montani e la Federazione Nazionale dei Consorzi di bacino Imbrifero Montano, il decreto determinerebbe «l'esclusione dell'idroelettrico pressoché totale dagli incentivi e una forte penalizzazione del miniidro; una drastica riduzione dei contingenti di potenza messi a disposizione da 70 megawatt a 10 per finestra (- 85%) per i registri, mentre per le aste si passa dai 150 megawatt a 20 per finestra (- 87%)». Ancora, nel testo attuale leggono «una drastica riduzione degli incentivi da 150 euro a megawattora a 120 euro da scontare in sede di offerta fino a 86 euro a megawattora (- 42%) per gli impianti fino a 1000 chilowatt con il sistema delle aste si passa da un valore base di 125 euro megawattora a 80 euro (- 36%)».

 

Uno scenario che preoccupa Uncem e Federbim perché, scrivono in un comunicato condiviso, «comporterebbe l'esclusione della più affidabile e consolidata tecnologia energetica interamente dipendente da filiera industriale italiana, con ciclo di vita superiore ai cento anni e senza necessità di processi di smaltimento». L'attuale decreto farebbe venire meno un fondamentale strumento di sostegno all’economia montana e all'occupazione. E comporterebbe un abbassamento delle difese idrogeologiche legate alla regolazione dei flussi e alle opere di compensazione ambientale, oltre che la diminuzione del presidio territoriale della montagna.

 

«La mancata possibilità e convenienza di accedere a una tariffa incentivante adeguata, comporterà una drastica riduzione di entrate autonome per le comunità locali con evidenti implicazioni allo sviluppo socio economico del territorio», aggiungono.

 

(Nella foto di Tevino, la centrale idroelettrica di Calcinere)

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Paola Molino