Chi riscalderà le aule scolastiche?

Sanfront, è fallita la società che gestiva l'impianto

SANFRONT - Manca poco all’apertura della scuola ed i problemi connessi alla gestione dell’edificio scolastico sono già in agguato. Primo tra tutti sarà quello del riscaldamento.
È infatti fallita la ditta che, fino alla precedente stagione, gestiva l’impianto in forza di un contratto decennale (che prevedeva l’utilizzo di biomasse per riscaldare i locali interni dell’edificio comunale); il relativo ramo aziendale è stato ceduto alla Comat Spa di Torino (ditta che opera nel settore del riscaldamento da oltre 50 anni, con 60 operai all’attivo ed un fatturato superiore ai 25 milioni di euro). Nei giorni scorsi si sono già tenuti i primi incontri con i responsabili della nuova società (che rileverebbe il precedente contratto di gestione), ma le modalità di funzionamento dell’impianto non sono ancora per nulla definite.
Potrebbe riavvalorarsi l’ipotesi di utilizzo della biomassa, oppure la conversione dell’impianto a metano con l’impiego dell’attuale caldaia a condensazione. Pare più distante, visti i prezzi del petrolio, l’impiego dell’attuale centrale termica a gasolio. Di certo, la spesa per riscaldare la scuola varierà da un minimo di 30mila euro sino ai 37–38mila (dipenderà dall'inverno). Una spesa non indifferente che richiede la massima attenzione amministrativa e tecnica.
Il Comune sta, comunque, vagliando anche altre ipotesi che potrebbero portare una risoluzione anticipata del suddetto contratto rilevato dalla Comat, qualora non vi siano più i presupposti da entrambe le parti per continuare la collaborazione.

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Paola Molino