Cardè: allarme rosso per la scuola

È stato il tema centrale del Consiglio di giovedì 8
Classi a rischio per i tagli previsti dalla Finanziaria

CARDÈ - «Chiudere la scuola significa chiudere il Comune», ha esordito così il sindaco Carlo Manzo in apertura di Consiglio comunale, ribaltando l’ordine del giorno per dare conto di un incontro tenutosi nel pomeriggio presso l’Ufficio scolastico provinciale di Cuneo sulla questione del funzionamento dei plessi nei piccoli Comuni della provincia.

«Il dirigente provinciale - ha spiegato il sindaco - ci ha presentato la necessità dei tagli previsti dalla Finanziaria sul personale della scuola e ha ipotizzato il diniego all’autorizzazione per la futura classe prima, chiaro segnale per una prossima chiusura della scuola. Alla riunione di Cuneo hanno partecipato anche i sindaci di altri Comuni del Saluzzese e Saviglianese e i dirigenti scolastici del territorio e per tutti c’è grande preoccupazione per le nostre scuole».

Nell’improvvisato dibattito seguito all’introduzione del sindaco è da rimarcare l’intervento dell’insegnante Mario Civalleri, prossimo al pensionamento: «Siamo un piccolo polo d’eccellenza, dotato di otto aule, palestra e mensa efficiente: sarebbe un delitto venir meno ai doveri di istruzione e aggregazione che noi dobbiamo portare avanti».

Se in un primo momento la situazione della scuola locale, che conta attualmente 44 iscritti e dipende dalla Direzione didattica di Moretta, di cui è dirigente scolastico reggente Carla Leonini, sembrava essere passata indenne sotto la scure del Piano di dimensionamento, trattandosi di Comune marginale, ora il problema di tagli agli organici imposto dal ministero ha fortemente allarmato tutti i consiglieri che, all’unanimità, si sono pronunciati per una decisa difesa delle classi.

Il sindaco ha messo in conto anche eventuali interventi a sostegno del sistema scolastico a fronte del decrescere dell’impegno dello Stato. Già due anni fa si erano mossi i genitori con una raccolta di oltre 400 firme, preoccupati di vedere chiudere la loro scuola e la Giunta aveva approvato una delibera in cui si sottolineava che «la scuola, riconosciuta come bene comune costituzionalmente tutelato, deve essere posta al centro di un discorso educativo e didattico e non fatta oggetto di interventi il cui unico criterio sia quello economico del contenimento della spesa».

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Paola Molino