Accoltellò il fratello: due anni (con l'indulto)

Piscina, novembre 2005

PISCINA - Due anni con l'indulto, questa la pena decisa mercoledì 10 febbraio dai giudici del Tribunale di Pinerolo Gianni Reynaud, Sergio Pochettino e Giuseppe Salerno, per il 37enne Maurizio Palermo. Il pm Francesco La Rosa aveva chiesto una condanna molto più pesante: 8 anni per aver tentato di uccidere il fratello Gaetano, più grande di lui di un anno. Di fatto però il capo di imputazione è stato poi derubricato in "lesioni dolose gravissime".

Una vicenda drammatica che ebbe il suo culmine il 16 novembre del 2005, ma che può essere compresa solo tenendo conto dei tanti dissapori accumulati nella famiglia Palermo nei dieci anni precedenti. Anni difficili, con Gaetano che entrava ed usciva dal carcere, anche per problemi di droga. Pure in quel periodo avrebbe dovuto essere agli arresti domiciliari, in casa del padre ad Airasca. Invece l'aveva preso a calci e pugni, tanto da rendere necessario l'intervento del 118.

Chiavi dell'auto in mano, Gaetano era poi andato a Piscina, dal fratello Maurizio. Ma questa volta aveva avuto la peggio.

Maurizio era sotto la doccia, ad aprirgli c'era la moglie. Gaetano disse che aveva aggredito il padre e minacciò il fratello. Una lite degenerata in strada quando volarono pugni e spuntò un coltello da cucina con cui Maurizio colpì il fratello maggiore al volto e alla nuca.

Ricoverato come il padre al'Agnelli di Pinerolo, Gaetano fu urgentemente curato per almeno sette lesioni gravi. Maurizio invece, raggiunto dai Carabinieri, consegnò il coltello e ammise subito la propria responsabilità.

A processo, difeso dall'avv. Rossana Veneziani, non si è mai presentato. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, per cui i giudici si sono riservati 90 giorni.

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Paola Molino