Tentata estorsione? No,

S. Secondo, archiviata la denuncia contro Bruera

S. SECONDO - A settembre il procuratore aveva chiesto l'archiviazione, appena prima di Natale il giudice Alberto Giannone l'ha accolta e la scorsa settimana l'ordinanza è stata notificata alle parti in causa. È finito così l'esposto presentato il 26 agosto dall'arch. Marina Bordese: 11 pagine in cui la responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune chiedeva alla procura di valutare la posizione di Roberto Bruera, residente a S. Secondo e legale rappresentante della S. Gaudenzio Sas & C.

La storia è quella iniziata a novembre 2008, quando il Comune manda le ruspe nel terreno di Bruera per eseguire alcuni lavori di ampliamento della scuola elementare. Quattro aule, oggi finite e in attesa di inaugurazione, e nuovi locali per la mensa. L'imprenditore, neppure preavvisato telefonicamente, con lettera di diffida intima al Comune di interrompere i lavori.

Il cantiere viene fermato, per ripartire a gennaio dello scorso anno.

Nel frattempo Bruera, assistito dagli avv. Paola Bianco e Stefano Fornerone, tenta di avviare una trattativa con l'Amministrazione Cozzo. E, in estrema sintesi, avanza due proposte: o mi comprate il terreno (stimato da un suo perito 22.500 euro, più spese per totali 30mila euro, contro i 6.687 versati dal Comune) o mi rendete edificabile, tramite apposita variante, un altro terreno di mia proprietà. Una permuta, in cui l'arch. Bordese ha invece ravvisato gli estremi di un tentativo di estorsione. Tanto da scegliere la strada della denuncia.

Sul merito il procuratore Giuseppe Amato ha avuto fin da subito le idee chiare: «La prospettata fattispecie estorsiva, finanche nella forma tentata, appare destituita da qualsivoglia fondamento». E già il 10 settembre chiede l'archiviazione del procedimento.

Richiesta oggi accolta da Giannone, che parla esplicitamente di "trattativa" intercorsa tra Bruera e «varie persone dell'Amministrazione comunale» (non solo la Bordese) in cui non si ravvisa alcun «elemento di concreta intimidazione». Il giudice ribadisce: «Normale dialettica contrattuale fra le parti, con la parte pubblica per di più in posizione di ontologica supremazia». Stupisce che tutto ciò sia sfuggito alla Bordese, che non solo è un tecnico comunale, ma è pure, in qualità di vice-sindaco di Villafranca, un amministratore pubblico.

Resta da vedere chi pagherà la parcella dell'avv. Andrea Cianci, cui la Bordese si è appoggiata. «Sicuramente non il Comune», almeno stando a quanto ci aveva dichiarato il sindaco Paolo Cozzo.

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Paola Molino