Pragelato fa i conti con la crisi

Discesa: impianti aperti dal 26, solo ora la neve c'è
Il gestore: «Senza risorse si chiude in cinque anni»

PRAGELATO - Mentre il settore del fondo pragelatese sta attraversando l'anno della crisi più nera (con assenza totale di gare sulla pista olimpica!), non va certo meglio la discesa. Gli impianti hanno iniziato a girare il 26 dicembre. Sergio Matheud, il gestore della stazione, non nasconde l'amarezza per un'altra stagione partita troppo tardi: «Poca neve a dicembre, piste in alto rovinate costantemente dal vento: le vacanze di Natale sono state condizionate da questi fattori. Ne è conseguita una scarsa pubblicità e un'affluenza mediocre di sciatori».

L'inverno scorso, le piste non erano state battute: anche questo è stato un deterrente per la clientela. Ed ora che la neve è tornata a cadere copiosamente (oltre 60 centimetri lo scorso fine settimana) i problemi per la stazione di Pragelato restano molti altri. Matheud ne parla con pacata rassegnazione. «Nell'arco di cinque anni, la stazione si fermerà completamente se non riusciremo a trovare le risorse per rifare gli impianti in scadenza». Già ferma la seggiovia del Clot da un triennio, per lo skilift Belot questa è l'ultima stagione, mentre per la seggiovia Conca del Sole e gli skilift a monte «siamo quasi alla frutta».

Ma non sono gli unici "nei". «Per battere le piste abbiamo tre macchine, ma solo una è recente», spiega Matheud, mostrando l'eredità delle Olimpiadi: un gatto che lavora l'anello del fondo e l'ultimo muro di Pattemouche. «Gli altri due battipista hanno più di 25 anni di vita e non ci permettono più di arrivare nel fondovalle, perché non ce la fanno più a salire in quota». Lo dice con un mezzo sorriso, ma non è una barzelletta: «Purtroppo, sulle nostre piste da sci non sono mai stati fatti investimenti, come è successo in altre stazioni. Soltanto se interverrà la Regione potremo pensare di uscire da questa impasse».

Manuela Mié

(continua)
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