Rime e ritmo sotto le stelle: la casa del freestyle pinerolese
Si ritrovano ogni lunedì sera in una delle panchine davanti al Teatro Sociale di piazza Vittorio; con loro hanno solamente una cassa, una playlist e una voglia irrefrenabile di fare freestyle, quel genere musicale (ma è riduttivo definirlo così) legato all’hip hop in cui si improvvisano i testi e le rime sui beat, sul ritmo della musica, generando delle sorte di sfide tra cantanti.
"La Fonte", il punto di ritrovo
Sicuramente in molti li hanno già visti e sentiti sfidarsi, in duelli o in squadre: sono i ragazzi e le ragazze del collettivo “La Fonte”. La loro storia inizia nel 2023, «Il primo ottobre, me lo ricordo bene» ci racconta Daniele Tisci, 23 anni, di Piscina. È lui che ha dato il via a tutto. «Ho scoperto il freestyle grazie ad un laboratorio proposto durante una giornata di autogestione al Romero di Rivoli, scuola che frequentavo». È stato il classico «colpo di fulmine, da quel giorno non ho più smesso». Passati gli anni delle superiori Daniele, nome d’arte “Sanji”, ha voluto dare gambe a quello che era diventato il suo mondo: «Molte città hanno un posto, un luogo, dove i freestyler si riuniscono e si mettono alla prova. Mi sono detto: perché non farlo anche a Pinerolo?». E così scelto il luogo e il giorno il “Sanji” ha sparso la voce anche sui social e lanciato la scommessa. Riuscita, viene da dire, perché già la prima sera erano in diversi ad essersi riuniti. Tra questi primi pionieri c’era anche Marco Giacchino, 25 anni, un nome d’arte importante: “Byron”, sì, come Lord Byron. Marco non è pinerolese: «Sono di Torino, ho conosciuto "La Fonte” grazie ad un post su Instagram. E da allora ogni lunedì sera vengo a Pinerolo per poter fare ciò che più mi piace». I due ora si definiscono «come dei fratelli, per noi “La Fonte” è diventata una nuova casa e una nuova famiglia».
Un modo per esprimere emozioni e pensieri
Non solo una passione, un hobby. Per questi ragazzi il freestyle è molto di più: «È competizione sana per eccellenza» dice Sanji, con gli occhi e il volto che non trattengono l’entusiasmo di chi ama ciò che sta realizzando: «È una competizione con te stesso e con gli altri, ti metti alla prova, ti alleni, ti migliori, ti emozioni. Non c’è niente di più coinvolgente di sentire il pubblico che esulta dopo che hai fatto una “punchline”, una rima di grande impatto e effetto». Per il “Byron”, che con le rime ci giocava fin da bambino alle elementari, il freestyle «mi rende vivo perché riesco ad esprimere emozioni, sentimenti, sensazioni, messaggi che altrimenti non sarei in grado di trasmettere. Faccio il cuoco, e vivo la settimana in attesa del lunedì per poter stare qualche ora insieme agli altri della Fonte».
Il ritrovo è intorno alle 21,30; prima c’è la fase di riscaldamento, come un vero e proprio allenamento. Si prende il ritmo, si calcolano i tempi, si sceglie un tema e poi via, in cerchio, uno dopo l’altro i freestyler (una ventina) lanciano le loro rime fino a dopo la mezzanotte. Qualche termine che non si può riportare c’è, fa parte del gioco, ma non bisogna cadere in luoghi comuni: «Per noi è fondamentale leggere tantissimo, ogni giorno. Per arricchire il vocabolario e generare rime a effetto, un freestyler che non ha parole è un freestyler mediocre, senza colpi e senza pensieri articolati. Leggiamo e, soprattutto, dobbiamo tenerci informati sull’attualità, su quello che succede nel mondo e attorno a noi. Il freestyle è concetto, è fatto di idee, di messaggi: se non sappiamo cosa dire, le nostre rime rimangono parole vuote, ed è l’antitesi dell’anima del freestyle».
La Fonte con il tempo ha ingranato bene: «Nei periodi estivi abbiamo raggiunto un pubblico anche di cento, centocinquanta persone. Ci sono dei ragazzi minorenni che da Torino e provincia si fanno portare a Pinerolo dai genitori ogni lunedì. Per noi è una soddisfazione importante». Sanji e Byron vogliono lanciare il loro mondo, la loro famiglia in alto: «Stiamo lavorando per creare un vero e proprio marchio, una sorta di brand per farci conoscere ancora di più. In programma abbiamo eventi e contest con numeri importanti e stiamo collaborando con il Comune per fare qualcosa di strutturato». Non vogliono una sede, un luogo coperto: «Certo, sarebbe utile per gli eventi, Ma preferiamo che La Fonte rimanga dove è nata: in piazza, sulle panchine, per essere libera e accessibile a tutti come è stata fin dall’inizio. Ogni lunedì ci troverete».
Stefano Nangeroni