Ex-Annovati: il gruppo si difende

27/05/2010 - 17:32

Com'era prevedibile, la richiesta di sequestro dello stabilimento ex-Annovati di Frossasco, presentata al gip dal procuratore Amato, è stata una vera bomba. Immediate le reazioni del gruppo Trombini che mercoledì 26 ha inoltrato una memoria difensiva, in cui chiede al giudice Battiglia di respingere la richiesta di sequestro.Un provvedimento che comporterebbe, scrive l'avv. Alessandro Melchionda, "gravissimi ed irreparabili danni per i molti lavoratori dipendenti (145 a Frossasco, 45 a Luserna e circa 300 nell'indotto, ndr) che si troverebbero esposti al rischio di perdere il posto di lavoro". Tale misura, continua il documento, "obbligherebbe all'immediata chiusura dello stabilimento, esponendo la società al rischio di ricadute economiche negative che potrebbero anche portare alla definitiva cessazione dell'attività". Riassumento la vicenda, il legale bolognese che assiste la Società (difendendo l'unico ingagato di questo procedimento, vale a dire l'ing. Sirio Menghini, nei confronti del quale si ipotizza il mancato rispetto dei limiti di emissione indicati dall'autorizzazione provinciale) sottolinea: «Ogni decisione in ordine alla procedura da seguire per l'adozione di soluzioni idonee a modificare l'attuale stato delle emissioni, dipende solo dalla Provincia di Torino e dagli altri uffici partecipanti alla Conferenza dei servizi, senza alcun ritardo imputabile alla Gruppo Trombini spa». La conferenza, inizialmente fissata il 12 maggio è stata rinviata al 7 giugno per l'indisponibilità dell'Ufficio Arpa Piemonte.


Inoltre, precisa in sostanza la memoria, a tutt'oggi «l'attività dello stabilimento risulta autorizzata da un provvedimento con cui in data 8 maggio 2008 la Provincia permetteva alla Trombini di proseguire la produzione anche in presenza di superamento dei valori limite medi giornalieri prescritti dall'autorizzazione del 28 febbraio 2008, esclusivamente per i parametri di Cot (carbonio organico totale) e Nox (ossido di azoto)». Un'autorizzazione "in deroga" che il giudice Battiglia aveva stigmatizzato negativamente, e che a detta del Gruppo conferma invece l'assenza di pericolosità delle sostanze che escono dal Camino L dell'impianto frossaschese. In altri termini, per la Trombini l'azienda non inquina e non ci sono rischi per la salute. Di tutt'altro parere, ovviamente, non solo le posizioni del Comitato ambiente e salute e del perito di parte (nonchè assessore) di Frossasco, Daniele Castellino, ma anche di Battiglia e di Amato.