Fitta nevicata in Valle Po, ma a Crissolo gli impianti non aprono

Fitta nevicata in Valle Po, ma a Crissolo gli impianti non aprono
Giovedì 15 Dicembre 2022 - 16:08

Dopo due stagioni con gli impianti sciistici aperti a singhiozzo (2019/2020 e 20/21) e una con pochissima neve (2021/2022), i gestori delle stazioni guardano con speranza alla fitta nevicata di queste ore, in vista delle vacanze natalizie. Ma non a Crissolo, dove la seggiovia e gli skilift resteranno spenti per tutto l'inverno. L'unico impianto aperto sarà il tapis roulant di Pian della Regina con la pista "baby".

Perché gli impianti sciistici di Crissolo non aprono

Lo scorso aprile il gestore degli impianti di risalita, la Sipre della famiglia Genre, ha fatto un passo indietro e ha rinunciato alla gestione degli impianti. La stazione sciistica di Crissolo comprende una seggiovia e i due skilift Granero Lungo e Ghincia Pastour: la prima è di proprietà del Comune, mentre i due skilift sono della Sipre. 

Nelle scorse settimane il Comune ha aperto un “bando esplorativo”, una chiamata a farsi avanti per gestire la seggiovia per tre anni al costo di 1.000 euro all’anno. Un vero e proprio affare. Ma era poco più di una provocazione, infatti l’avviso è andato deserto: la gestione della sola seggiovia senza gli skilift, e soprattutto senza i bar (anche quelli di proprietà della Sipre), è decisamente poco appetibile.

Quando si potrà riaprire? 

Il Comune al momento non fa previsioni. La Sipre ad aprile si è anche detta disponibile a cedere i due skilift al Comune. Il Comune ha accettato e da allora è partita la trattativa. È in corso una perizia da parte dell’ingegnere valdostano Stefano Bor per determinare il prezzo dei due impianti. Stabilito il prezzo, il Comune potrà acquistare gli impianti e pubblicare un bando per la gestione dell’intera stazione sciistica. 

Una situazione intricata

I difficilissimi rapporti tra Sipre e Comune sono frutto di circa trent’anni di accordi e convenzioni che si accavallano e che si contraddicono a vicenda. Come dice un amministratore della valle che non vuole essere citato, «finché gli impianti tiravano nessuno ci ha fatto caso». 

La maggiore delle questioni relative agli impianti sciistici è quella degli Usi Civici, un diritto di origine medievale presente su molti dei terreni su cui si scia a Crissolo. Per semplificare in modo estremo: la legge impone che per usare un terreno gravato da uso civico il proprietario o il gestore debba pagare un canone al Comune. Per decenni i Comuni hanno ignorato la questione, ma negli anni 2010 è tornata a galla prepotentemente. In tutti i Comuni della media e alta valle decine di proprietari hanno regolarizzato i pagamenti pregressi, ma tra Sipre e Comune non si è mai trovato un accordo.

Vista la mancata regolarizzazione, il Comune ha quindi avviato l’iter burocratico per tornare in possesso di tutti i terreni gestiti da Sipre, compresi i manufatti di proprietà Sipre costruiti su quei terreni: le due sciovie e i due rifugi in quota. 

«Riapriremo sul pulito»

Per tutte queste ragioni il sindaco Fabrizio Re in un’intervista a settembre ci ha detto di voler risolvere tutte le questioni aperte prima di riaprire gli impianti. «Riapriremo quando il Comune, ovvero la collettività di Crissolo, sarà proprietario di tutto il comprensorio, senza esclusioni, e potrà mettere a bando l’intero pacchetto senza dover fare accordi con un soggetto terzo». Poi le controversie con la Sipre potranno proseguire senza contraccolpi per lo sci e per il settore turistico.

Mattia Bianco

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