Riciclaggio internazionale, la sentenza: pesante condanna per Bianciotto & C.

Riciclaggio internazionale, la sentenza: pesante condanna per Bianciotto & C.
Venerdì 11 Dicembre 2020 - 11:24

Condanna a 5 anni e mezzo di reclusione per Elmo Bianciotto (noto commerciante di mezzi militari e non, già attivo nell’area del “rotondone” alle porte di Pinerolo e all’Eurostock di Roletto), 4 anni e mezzo per il fratello Diego, 3 anni per la moglie Roberta Camusso: queste le pene decise questa mattina dalla Prima sezione penale (presidente Silvia Bersano Begey, a latere i giudici Rosanna La Rosa e Cristiano Trevisan).

Erano chiamati a rispondere di autoriciclaggio aggravato dalla transnazionalità. Condanne molto pesanti, sostanzialmente in linea con quanto aveva chiesto il pm Giuseppe Riccaboni, anche per il commercialista milanese Davide Farotti (5 anni e un mese) e la sua collboratrice Fiorenza Coco (3 anni e 6 mesi). Secondo l’impianto accusatorio, evidentemente assai ben fondato, i Bianciotto (su tutti Elmo, riconosciuto come la vera mente delle operazioni illecite) avrebbero utilizzato il denaro accumulato frodando il fisco e attraverso le bancarotte della It.El 2000 Sas e della Fratelli Bianciotto Snc (reati accertati e ormai passati in giudicato), per acquistare immobili e beni di lusso e ottenere garanzie bancarie. O per ricomprare quanto era stato loro confiscato, come la villa di S. Pietro Val Lemina. Circa 4,4 milioni di euro illecitamente accantonati e poi transitati attraverso società schermo sparpagliate in mezzo mondo: Inghilterra, Panama, Cayman, Romania, Ungheria, Marocco, Zambia. Scatole cinesi, capaci di far perdere le tracce dell'origine delittuosa del consistente patrimonio. Un complicato sistema di transazioni off shore per il quale i Bianciotto si erano avvalsi di Farotti e Coco. Si è concluso così, in primo grado, un processo entrato nel vivo a gennaio e andato avanti a tamburo battente, nonostante il Covid. In sintesi, dopo questa nuova condanna, il quadro giudiziario dei Bianciotto (già finiti tutti in carcere per aver violato le prescrizioni del Tribunale di Sorveglianza) si fa assai più difficile. Scontato il ricorso in Appello.

In foto, l'ingresso del deposito di Via Poirino, alle porte di Pinerolo.

Lucia Sorbino
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino