None: "Nessuno deve rimanere indietro", protesta davanti a scuola

None: "Nessuno deve rimanere indietro", protesta davanti a scuola
Lunedì 26 Ottobre 2020 - 09:24

"Nessuno deve rimanere indietro", con questo slogan molti genitori hanno ritardato l'ingresso dei propri figli all'interno della scuola elementare Rodari di via Brignone a None. Una sorta di sciopero che ha voluto dare voce e metter in evidenza le problematiche legate alla partecipazione della vita scolastica di un bambino diversamente abile di dieci anni. E' quel che sta vivendo Antonio, dall'inizio della scuola ad oggi non ha trovato ancora l'assegnazione di un'insegnante di sostegno, se non per le poche ore passate dall'educativa attraverso i servizi del CISA12.

"Questa non è una normale protesta, ma un modo per far trapelare un messaggio urlato a squarciagola da tanti bambini ma mai ascoltato da nessuno", le forti parole della mamma nonese Miriam Panigara. Una problematica che ogni anno si ripresenta, ma che in un contesto di normalità veniva risolto in un paio di settimane, al contrario di questo nuovo anno scolastico in cui sono passati quasi due mesi dall'inizio delle lezioni e ad alcuni alunni disabili come Antonio non hanno ancora assegnato un sostegno.

"Apprezzo il lavoro intrapreso dalla Dirigente Scolastica e da tutte le insegnanti che a rotazione garantiscono il passare delle ore di scuola a mio figlio, molte volte togliendo del tempo utile agli altri alunni. Una gestione che non ho più voluto intraprendere in quanto, non avendo un punto di riferimenti fisso, portava disagio nella personalità del mio bambino. Ma io non posso più vedere mio figlio che accompagna a scuola i suoi fratellini per poi tornare a casa, attendendo il giorno dopo nella speranza che qualcosa cambi", conclude mamma Miriam, che ringrazia tutte le persone partecipanti all'iniziativa di protesta verso un sistema che in un contesto pandemico sta dimostrando grossi ritardi e lacune con i soli bambini a rimetterci e le rispettive famiglie alla continua ricerca di soluzioni fai da te, a garanzia di un diritto allo studio che sembra esser solamente degli "altri".

Andrea Laruffa Foto Bussolino
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Paola Molino