«Noi abbiamo solo mitigato una gestione di beneficenza»

Lettera di Marta Musto sulla Fondazione Poët

Egregio direttore,
Le indirizziamo la presente con riguardo agli articoli apparsi sul Suo giornale aventi ad oggetto la Fondazione Poët che ci hanno molto amareggiati.
Intendiamo, anzitutto, rappresentare che i membri del Consiglio di amministrazione, così come la sua presidente, non hanno in alcun modo tradito né lo spirito, né tanto meno i principi che la Fondazione persegue, non solo dal punto di vista giuridico, ma tanto meno da quello morale.
Gli attuali amministratori, come peraltro da Lei stesso rilevato, non hanno fatto altro che trovarsi a mitigare gli effetti della gestione di "beneficenza" protrattasi negli anni, i cui risultati hanno determinato dapprima l'erosione della quota utile da destinarsi alle finalità istituzionali proprie dell'ente e da ultimo i debiti rilevanti che hanno reso necessario ed urgente smobilizzare parte del patrimonio.
A differenza dell'epoca dei fondatori, in cui gli immobili non generavano costi, il capitale della Fondazione è stato gravato dal pagamento Irpef, pagamento Ici e a questo si sommano le cifre degli inquilini morosi, le manutenzioni straordinarie.
Ad onor del vero, i vertici attuali dell'organismo non solo non tradiscono lo scopo statutario della Fondazione ma, all'esatto opposto, tentano faticosamente e con interventi ad ogni livello solo di arginare gli effetti della precedente gestione. … (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino