I container fantasma, 23 anni dopo

L'ultimo riparto reso esecutivo archivia il fallimento Candellero

Era il mese di maggio del 1987 quando scoppiò a Pinerolo lo scandalo dei container, nei quali avevano riposto fiducia (molta) e risparmi (ancora di più!) migliaia di pinerolesi.
Ora, a distanza di più di vent'anni, gli ultimi aspetti procedurali legati alla vicenda di Candellero e relativi ai fallimenti che, dopo lo scandalo, hanno coinvolto le aziende dell'imprenditore vigonese, stanno ormai completandosi e si prevede che, nell'arco dei prossimi mesi, possano volgere definitivamente al termine.
Lo scorso luglio il Tribunale di Pinerolo aveva infatti deliberato l'ultimo riparto del fallimento, il quale doveva portare nelle tasche dei 1.700 creditori i circa 600mila euro recuperati con la chiusura del contenzioso sorto in seguito all'eredità del padre di Nuccio Candellero, deceduto nel 2005.
Riparto che è stato reso esecutivo con il relativo deposito in Tribunale da parte del curatore fallimentare, Filiberto Loranzi, avvenuto lo scorso 25 febbraio e che ha portato, tra il 17 ed il 18 marzo, all'emissione degli ultimi assegni destinati ai creditori.
«Con questi pagamenti - sottolinea il dott. Ferrari Loranzi - abbiamo provveduto a liquidare i creditori privilegiati che ancora avevano delle pendenze aperte, riuscendo così a soddisfare integralmente questa categoria di creditori. Ai  chirografari abbiamo destinato la parte residua dei circa 600mila euro presenti in quest'ultimo riparto».
Si è trattato di assegni, normalmente di poche decine o centinaia di euro, che però hanno creato qualche problema con la riscossione.
«Molti degli assegni circolari emessi - sostiene il curatore - stanno infatti tornando indietro, in quanto durante il lungo periodo in cui la procedura è rimasta aperta diversi creditori sono morti e gli eredi non hanno segnalato l'evento alla curatela. Non sussistono, comunque, problemi di sorta: provvederemo ad emettere nuovi assegni circolari intestati agli eredi e tutto si risolverà nel migliore dei modi. L'unico intoppo potrebbe riguardare i tempi effettivi della chiusura della procedura, il cui deposito conclusivo è previsto per il mese di giugno, compatibilmente con la conclusione di tutti i pagamenti».
Il crac finanziario di Candellero aveva coinvolto, oltre al suo patrimonio personale, tre aziende dell'imprenditore vigonese: la ditta individuale Giuseppe Candellero, la Candellero parquets Snc, in società con la moglie, e la Raco Sas, la "famosa" scatola dei container.
In tutto circa 35 miliardi di vecchie lire (oltre 18 milioni di euro), sottratti a circa 1.700 persone, principalmente pinerolesi: investitori nella "finanziaria" di Nuccio Candellero, la Fragifin, che prometteva interessi a due cifre (alcuni anche corrisposti), investendo nei container che poi la Raco avrebbe affittato per le molte spedizioni internazionali del boom economico.

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Paola Molino