Tombe antiche: chi non si presenta, perde il diritto

Vigone, novità per le concessioni perpetue

VIGONE – Il Comune inverte la rotta sul recupero delle arcate che delimitano il primo campo del cimitero. All’origine dell’inversione ci sono due sentenze del Consiglio di Stato.

Vigone non andrà più a cercare i discendenti dei proprietari delle tombe per negoziare con loro il recupero dell’area e il pagamento di un canone di concessione, ma affiggerà una pubblicazione all’Albo pretorio e alla bacheca del camposanto: chi non risponderà, perderà il diritto perpetuo su quell’area.

Perpetuo, perché quelle aree «tra il 1869 e il 1872 sono state concesse gratuitamente a una trentina di famiglie meritevoli – illustra la questione il vice-sindaco Paolo Dellacroce -. Nel 1924 il commissario prefettizio ha fatto pagare 120 lire per area ed ha stipulato un contratto perpetuo». Solo che i discendenti di queste famiglie illustri sono sparsi per l’Italia e manco sanno più dov’è Vigone con le tombe dei loro avi. Risultato: le targhe sono in buona parte illeggibili, alcune sono addirittura cadute e il muro è scrostato.

Per recuperare quell’area, il vice-sindaco aveva pensato di rintracciare gli eredi della concessione e richiedere loro il rinnovo, imponendo l’obbligo di ristrutturare le lapidi; in caso contrario il Comune si sarebbe ripreso gratuitamente l’area e avrebbe pensato lui a risistemarla. Qual era il vantaggio per le casse pubbliche? «Avremmo costruito un manufatto in cui raccogliere i resti e l’area circostante l’avremmo venduta».

Una soluzione che, però, era condizionata dalla sua validità legale. In buona sostanza, Dellacroce voleva capire se, facendo leva su una postilla del contratto del 1924 che imponeva di «sottostare a tutte le altre disposizioni fissate dai regolamenti comunali e provinciali di Polizia mortuaria quand’anche qui non specificati», era possibile richiedere il rinnovo della concessione cimiteriale.

Il Consiglio di Stato, però, ha emesso due sentenze sui casi di Varese e di un altro Comune lombardo in cui affermava questo principio: la titolarità di una concessione perpetua rimane perpetua.

Uno stop indiretto che ha imposto al Comune di cambiare strada. «Il contratto prevedeva che l’area fosse tenuta in modo decoroso, cosa che non avviene – sottolinea Dellacroce –. Inoltre ogni 25 anni si dovrebbe comunicare al Municipio chi è il tenutario della concessione».

Facendo leva su questi due aspetti, il vice-sindaco introdurrà delle modifiche al regolamento comunale di Polizia mortuaria che imporranno ai discendenti di risistemare l’area e di fare presente ogni quarto di secolo chi ne è il proprietario. Le modifiche verranno affisse all’Albo pretorio di palazzo civico e al camposanto, chi non rispetterà l’iter perderà il diritto su quell’area, che verrà incamerata gratis dal Comune.

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Paola Molino