Il Battesimo anche se i genitori non sono sposati in chiesa

Dopo un episodio accaduto a Villafranca

Ha suscitato qualche polemica nelle settimane scorse il caso di una coppia di conviventi di Villafranca che, chiesto il Battesimo per la loro bambina, è stata invitata dal sacerdote a unirsi in matrimonio prima di accompagnare la bimba al fonte battesimale. Un caso, certamente non isolato, che dimostra la complessità di una società che si muove attraverso percorsi non sempre diretti, su terreni talvolta non uniformi.

Un numero consistente di coppie, infatti, pur non essendosi unita anche con il matrimonio religioso chiede il sacramento del Battesimo per i propri figli. «La tendenza - afferma don Giorgio Grietti, teologo della Diocesi di Pinerolo - va nel senso di non negarlo perché il Battesimo è destinato al bambino. A fronte della richiesta, però, chiediamo ai genitori un impegno a educare il piccolo secondo i principi della fede che ricevono con il Battesimo; ma una richiesta di riflessione non equivale a un rifiuto. Il problema non è dunque sul principio, ma talvolta nella pratica che la miriade di casi pone ai tanti sacerdoti».

Talvolta anche la figura del padrino e della madrina sono fonte di perplessità per il pensiero cattolico: «Quando ad esempio questi - prosegue ancora don Grietti - vivono situazioni di convivenza, o sono di altre confessioni. In questi casi il Codice ci dice di no. Ma il problema di fondo è chiedersi perché si chiede il Battesimo, che senso si vuole dare ad esso».

Nell'attuale società, complessa e spesso lacerata, i motivi di sofferenza per il cattolico praticante sono molti: ad esempio l'impossibilità di ricevere l'Eucarestia se divorziato. In proposito nei giorni scorsi molti uomini di Chiesa hanno provato imbarazzo nell'osservare che il presidente Silvio Berlusconi ha ricevuto la Comunione durante le esequie del compianto Raimondo Vianello. «Chi ha un divorzio alle spalle e si è risposato non può riceverla, qualsiasi nome porti. Ciò non vuol assolutamente dire che queste persone siano messe fuori dalla Chiesa, ma secondo il pensiero religioso cattolico l'Eucarestia è l'atto supremo dell'incontro con Gesù e non può essere impartita a chi è "in peccato"». Neanche se la decisione di spaccare la coppia la si è subita? «Questo è un altro caso: se dopo il divorzio non ci si è sposati o non si convive con un'altra persona, e se in coscienza si ritiene di non essere artefici della rottura, allora si potrà comunque accedere al Sacramento dell'Eucarestia».

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Paola Molino