Venti secoli di fede, arte, architettura e storia

Visita al Museo diocesano di Torino, ampliato in occasione dell'ostensione della Sindone
Uno scrigno di tesori, dall'epoca romana ai giorni nostri

«Il Museo è stato creato dal nulla. Non c’era una collezione antecedente e neppure ci sono stati dei lasciti specifici già strutturati di opere religiose a cui attingere o fare riferimento» esordisce don Luigi Cervellin, responsabile del Museo diocesano di Torino che è stato realizzato nella chiesa inferiore della cattedrale di S. Giovanni Battista.

Riaperto al pubblico lo scorso 2 aprile in occasione dell’ostensione della Sindone, dopo consistenti lavori di ampliamento e di riallestimento seguiti all’iniziale inaugurazione dell’11 aprile 2008, il Museo si presenta ora con una nuova veste e con una diversa disposizione degli spazi e delle opere esposte (progettisti gli architetti Maurizio e Chiara Momo, con il contributo di don Natale Maffioli, don Luigi Cervellin, delle Soprintendenze e di vari studiosi).

L’obiettivo di tale istituzione è stato indicato esplicitamente dal cardinale Severino Poletto: «Documentare visibilmente quanto di meglio la Chiesa torinese ha saputo creare in venti secoli di storia a servizio della fede e della carità attraverso il genio di numerosi artisti, pittori, scultori e architetti».

E per Chiesa torinese si intende naturalmente innanzitutto la cattedrale di S. Giovanni Battista dove ha sede, alla quale sono riconducibili molte testimonianze proposte ai visitatori, ma anche le altre chiese della metropoli e della Diocesi da cui sono affluiti calici, paramenti, sculture e dipinti riordinati per tematiche.

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Paola Molino