VOLVERA: NEGOZIANTE MULTATA PER UNA RADIO FANTASMA

Volvera, deve pagare 135 euro alla Società consortile fonografici

VOLVERA - Una multa di 122 euro per l’abitudine di tenere accesa la radio all’interno del proprio negozio. Con la (presunta) colpa di non aver saldato il proprio debito con la Siae. Ma Laura Chiosso, che insieme alla figlia Valentina gestisce un negozio di abbigliamento e accessori per bambini di via Airasca 18, la radio non l’ha mai avuta.

Un po’ difficile immaginarla alla prese con clienti, magari mentre ascolta qualche brano di Sanremo o l’ultimo hit trasmesso sulla sua frequenza preferita. Dal 2006, cioè da quando ha aperto il suo negozio "Coccole", la radio non c'è mai stata.

«E neppure una tv - spiega mostrando un supporto di metallo libero da qualsiasi apparecchio, in un angolino dietro la cassa -. Quella mensola me l’hanno installata quando ho effettuato i lavori, ma alla fine ho preferito non mettere nulla onde evitare di dover pagare tasse».

L’odissea della negoziante volverese inizia a novembre, quando con una lettera la Scf, Società consortile fonografici, le invia una lettera nella quale esige un canone di 122,35 euro quale "equo compenso" da versare alle case discografiche.

Laura Chiosso telefona a Milano, chiedendo di cosa si trattasse: «Anche perché qui da me non si è mai presentato nessun esattore della Siae o di altri enti», aggiunge. Ottiene solo risposte evasive. A fine gennaio le arriva un sollecito di pagamento, lievitato a 135 euro. Una lettera di intimazione a pagare onde evitare che la sua pratica arrivi ad una società di recupero crediti. La negoziante è seccata: si arma di carta e penna e scrive una raccomandata, chiedendo spiegazioni che non ha ancora avuto.

Ma non sarebbe la sola ad essere stata colpita da esattori. Altri negozianti infatti hanno ricevuto analoghe sanzioni. A Torino intanto, dopo centinaia di segnalazioni raccolte da Alberto Goffi, capogruppo dell'Udc in Comune, la Procura ha recentemente aperto un’inchiesta sul consorzio Scf. L’obiettivo dei magistrati è di verificare la legittimità e le modalità di riscossione da parte del Consorzio milanese. Intanto Laura Chiossi promette battaglia. Ed è già pronta a rivolgersi ai Carabinieri non appena arriverà nel suo negozio un’altra multa misteriosa. La musica - forse - è davvero finita.

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Paola Molino