Quattro presidenti, 31 liste e 800 candidati

Bresso, Cota, Rabellino e Bono in corsa per la Regione
Habituè della politica, volti nuovi, qualche giovane e liste di ogni tipo

Partecipare è bello, ma 31 liste e circa 800 candidati per 63 posti sono molti. Forse troppi. Più che nel 2005, quando i "presidenti" erano stati 5, le liste 22 e i candidati 550. È evidente che la Regione piace, perché un posto da consigliere per cinque anni ti sistema anche per il futuro con un vitalizio ragguardevole. Sono state presentate liste storiche, liste nuove, di disturbo, a dispetto, personalizzate, incomplete o che giocano sulla presenza di cognomi più illustri per catturare qualche voto. Già si annunciano ricorsi i cui risultati si conosceranno quanto prima: forse alcune liste saranno escluse. Abbiamo di fronte un bazar delle ambizioni personali che produrrà per domenica 28 e lunedì 29 marzo una scheda-lenzuolo con una selva di simboli. In anni in cui i partiti sono scomparsi, ogni candidato è un partito a sé. Gli elettori della Provincia di Torino mandano in Consiglio regionale 25 consiglieri, 6 quelli della Provincia di Cuneo. Sono due gli schieramenti consolidati: il centrosinistra con Mercedes Bresso e la destra con Roberto Cota. Poi vi sono le liste di Renzo Rabellino (un paio sarebbero in bilico), che egli stesso definisce «antipolo», e quella solitaria di Davide Bono del "Movimento cinque stelle" che fa capo al comico-politico Beppe Grillo.

Ogni candidato a presidente ha il suo "listino", cioè un elenco di 11 nomi che saranno eletti consiglieri automaticamente se vince il candidato al quale sono collegati. Diversamente se ne stanno a casa. È questo il premio di maggioranza che garantirà la stabilità del governo regionale mettendola abbastanza al riparo dai salti della quaglia e dal cambio di casacca dei consiglieri.

Ezio Marchisio

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