Agriturismo: Genovesio Cna «Troppi normali ristoranti»

Ritorna la polemica sulla natura di questa realtà, alla Cna risponde

Si infiamma la polemica sugli agriturismo. Partita da Cavour qualche mese fa, per voce del consigliere di opposizione Luca Valentini (Unione civica) che denunciava il mancato rispetto delle normative regionali («alcune strutture vanno ben oltre i 60 coperti» con menù pieni zeppi di piatti preparati con la spesa al supermercato «e gamberetti»), ora la questione si allarga all'intera provincia di Torino. «Sono troppi gli agriturismo che nascono come elemento di integrazione per l'azienda agricola, ma diventano in breve tempo la parte marginale di questa - dichiara Giovanni Genovesio, presidente della Cna provinciale (ma pur sempre vice-sindaco di Cavour) con una richiesta di intervento rivolta a tutte le Amministrazioni locali della provincia di Torino - affinché venga effettuato un serio monitoraggio sulla gestione di queste attività».

Il problema è continuamente evidenziato alla Cna dai cittadini: «Le proteste ci arrivano da tutto il territorio provinciale» prosegue Genovesio, e chiarisce: «Divido le mie funzioni (è anche ristoratore e albergatore, ndr) e parlo come presidente Cna, ma è chiaro che manca il rispetto delle regole e inevitabilmente andremo verso un momento di tensione e agitazione tra gli operatori. Perché non è solo una questione economica e fiscale». L'agriturismo va visto anche come un elemento essenziale per lo sviluppo del turismo sul territorio. «La gente li frequenta per proiettarsi in una dimensione di vacanza ben diversa da quella tradizionale. Se invece queste aziende lavorano come ristoranti a tutti gli effetti, con 300 coperti e menu da self-service, non servono assolutamente allo sviluppo prefissato». Genovesio sottolinea la necessità di puntare su attività turistiche e sportive, ma legate indissolubilmente alla campagna, come avviene nelle altre regioni in Italia, «magari con locali più spartani ma inscindibili dall'azienda agricola».

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino