PROBLEMI PER I BUS SAPAV: UNO BRUCIA, L'ALTRO E' FUORI STRADA

Fenestrelle, l'incendio a valle di Depot. Non c'erano passeggeri
Il giorno dopo, poco più avanti, incidente con un altro pullman

FENESTRELLE - Giovedì 7, cinque del mattino. Passata la frazione di Mentoulles l'autista del pullman di linea ha avvertito l'odore del fumo. Era un trasferimento, non c'erano passeggeri. Appena ha potuto si è fermato, ha visto il principio d'incendio nella zona dello scappamento e ha scaricato due estintori. Ma non è bastato.

Dell'autobus non è rimasto che uno scheletro, più simile al fossile di un grande cetaceo che al pullman Sapav destinato a ripartire da Pragelato per raccogliere i pendolari diretti a valle.

Per spegnere l'incendio i Vigili del fuoco hanno dovuto usare 15mila litri d'acqua, olte ai 180 litri di liquido schiumogeno. Sulla strada, dieci centimetri di coltre bianca. Per ripristinare la circolazione (ripresa un'ora e mezza dopo) c'è voluto lo spazzaneve.

La prima autobotte a raggiungere il rogo: quella del distaccamento volontari di Fenestrelle. Poi sono arrivati i rinforzi da Pinerolo, di rientro da un altro grande incendio che quella notte ha devastato una casa sopra Bagnolo. Sul posto, anche i Carabinieri di Villar Perosa.

Per fortuna nessuno, nemmeno l'autista Piero Lai, residente a Perosa, è rimasto ustionato o intossicato, nonostante le altissime temperature e il fumo acre della plastica.

L'origine del rogo resta da chiarire. Giuseppe Proto, direttore della Sadem-Sapav, società proprietaria del mezzo, esclude «assolutamente» che la causa sia la temperatura (fino a 600 gradi) che la nuova marmitta catalitica era in grado di sviluppare. «Anzi - ribatte - le catalitiche saranno ulteriormente installate per delibera regionale anche sugli Euro3 e Euro4». In ogni caso aggiunge che le verifiche con il costruttore (Fiat Iveco Irisbus) sono in corso: «Potrebbe essere stato un corto circuito all'impianto elettrico o un problema alle turbine. Cerchiamo le cause per attuare le azioni correttive».

Ancora Proto: «Non bisogna minimizzare. Un incendio è una cosa seria che non deve succedere, ma purtroppo nella statistica accade, su una flotta di 250 mezzi, che percorrono 60-70mila km l'anno. Il gruppo Sadem-Sapav ne percorre 14 milioni. Anche altre aziende hanno avuto incendi quest'anno. Noi abbiamo dal 2007 incrementato del 10% le spese di manutenzione».

Un principio d'incendio su un altro bus si era verificato qualche mese fa nell'officina di Riva: «Nessun collegamento - assicura il direttore - abbiamo verificato che si trattò di un pre-riscaldatore che non era stato spento». In quel caso non si andò molto oltre la fumata. All'arrivo dei Vigili del fuoco era già sotto controllo.

Un altro pullman Sapav, il giorno dopo alle 14,30, questa volta carico di studenti, ha sbandato in curva urtando il guard rail, poco più avanti nell'abitato di Depot, vicino all'autorimessa dei Vigili del fuoco. «Quado l'ho visto ormai non ho potuto evitare lo scontro» racconta il guardiaparco Valter Peyrot, che stava scendento a bordo di un fuoristrada Daihatsu.

«Nulla di grave, ho solo urtato il volante. Così mi sono fatto accompagnare dal pullman fino alla sede del 118 di Pragelato per farmi vedere il graffio sotto al mento». La possibile causa dell'incidente: una lastra di ghiaccio. Nello stesso, punto pochi minuti dopo, ha sbandato anche il parroco di Fenestrelle con la sua Opel rossa.

Il Comitato 275 dei pendolari ha scritto a Provincia e Sapav: tra l'altro cita un terzo caso a settembre, ed esprime preoccupazione per la sicurezza dei passeggeri, «una priorità per il servizio di Trasporto pubblico». Inoltre chiede perché il diretto Perosa-Torino delle 6,45 non sia partito.

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Paola Molino