Angela Policastro, da None a New York, a Stoccarda

L'ascesa di una giovane artista

In questi giorni alcune sue tele sono esposte in Germania, a Stoccarda, il suo studio ha sede in via Amerano a None ma il palcoscenico che ha omaggiato la sua raffinatezza estetica è il mondo.

Diplomata in scultura all'Accademia albertina di belle arti a Torino, la giovane Angela Policastro vanta un curriculum già ricco di soddisfazioni: da evidenziare le partecipazioni a mostre collettive in Italia e in Europa tenutesi nelle città d'arte più prestigiose (tra le quali Roma - dove è stata partecipe all'inaugurazione dell'Ambasciata araba d'Egitto -, Firenze, Parigi, Bruxelles, Vienna) ma non solo. Il Giappone, l'Argentina e gli Stati Uniti sono state tappe fondamentali che conferiscono un affascinante pedigree internazionale al suo lavoro: «Sicuramente la sensibilità culturale che si respira in alcune nazioni è più viva che in Italia: diventano così più significative e numerose le opportunità».

In tal senso è eclatante quanto accaduto alla nostra protagonista negli Stati Uniti: la conferma che nella "Grande Mela" sovente i sogni diventano realtà. A New York, nel 2007, ha partecipato ad una mostra intitolata "Dentro l'Odissea - Artisti italiani e greci" svoltasi presso l'Agora Gallery: «In questo contesto, già emozionante, sono stata avvicinata da persone che mi hanno chiesto d'inviare il mio materiale per un concorso d'arte internazionale stile contemporaneo denominato “International Art Contest - Salon 2008” che si sarebbe tenuto a Tamarc, in Florida. Qualche mese dopo, con mia grande sorpresa e gioia, mi è giunta la comunicazione che ero stata insignita del primo premio».

Nei suoi quadri Angela Policastro si cimenta nella tecnica mista che fonde elementi della pittura e della scultura quali quella del caffè, della sabbia e della spatola. Il campo di ricerca l'ha portata ad approfondire diverse tematiche, coniugando temi ideali propri di ogni pittore (come ad esempio il nudo femminile) sino all'ottenimento d'incarichi, legati all'abbellimento nella periferia di Torino, seguente la ristrutturazione di fatiscenti stabilimenti da cui si ricavano i "loft".

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Paola Molino