Primo maggio amaro per gli "esodati"

Sarà un 1º maggio duro per gli "esodati": quelle persone che non lavorano più - spesso hanno fatto accordi per l'uscita dal lavoro contando di andare in pensione - ma che con l'allungamento dell'età pensionabile prevista dalla "riforma Fornero" rischiano di restare senza lavoro e senza assegno.
Né carne né pesce. Ed è proprio questa mancanza di identità sociale, questa incertezza esistenziale che li sta devastando nel profondo, uno a uno. Ad un passo dai sessant'anni, ognuno di loro aveva un progetto di vita, un'idea talvolta coltivata da anni. «Tutto finito, ci hanno rubato la vita - commenta Luigi, 57 anni, un dei tanti "esodati" -. Questo Paese con noi non ha mantenuto le promesse». Mercoledì 9 l'incontro del ministro Fornero con i sindacati riporterà la questione sul tavolo della trattativa. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino