Ucraina: verso la guerra e ritorno - Giorno 1

Ucraina: verso la guerra e ritorno - Giorno 1
Giovedì 3 Marzo 2022 - 09:52

Era lunedì sera quando ho deciso di prendere l'auto e dirigermi al confine ucraino. A 1800 km da casa, tra le centinaia di migliaia di profughi ucraini che cercavano di lasciare il loro paese invaso dall'esercito russo, c'era una persona cara che volevo portare lontano dalla guerra. Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli; Austria, Repubblica Ceca, Polonia. E poi lo stesso ma al contrario.

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Martedì mattina, 24 ore prima della partenza, con un giro di messaggi agli amici più stretti e alle persone in pensiero per le loro famiglie o per gli amici in Ucraina, ho chiesto un aiuto per riempire l'auto di medicinali, coperte e abiti per bambini. Più che una vera raccolta di aiuti, un modo per rendere più fruttuoso il viaggio.

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Il messaggio è partito alle 8,13. Alle 20 mio cognato mi ha offerto il suo furgone perché era chiaro che il baule e i sedili della mia auto non sarebbero stati sufficienti anche per i soli medicinali. Avevamo una lista di medicinali diffusa dal Lviv Post, giornale di Leopoli, nell’Ovest del Paese, che aveva aperto una raccolta pubblica. La notizia si è diffusa con il passaparola da una persona all'altra in una catena commovente. Maryana, una donna Ucraina che vive a Pinerolo, lo ha saputo alle 11 e ha rilanciato il messaggio in una chat: alle 19, all'appuntamento che aveva dato ai suoi conoscenti, c'erano una trentina di persone. Avevano borse e scatoloni di medicine, pannolini, coperte, vestiti caldi, scarpe invernali da bambino. Denis, un ragazzo di Gambasca (in Valle Po) il cui unico coinvolgimento è l'avere una cara amica ucraina in Italia, ha radunato otto famiglie della zona. I suoi bambini, Cesare, Adele e Agata, hanno insistito per spedire un loro disegno a chiunque riceverà quelle scatole.

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Alle 8 di mercoledì iniziava questo viaggio carico di una responsabilità che 24 ore prima non avrei mai immaginato. E mentre macinavo i primi chilometri, al telefono con i miei contatti sul posto e con altre persone che a poco a poco mi venivano indicate, diventava sempre più chiaro che tutti erano estremamente felici di questo gesto.

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La prima tappa è Cracovia, in Polonia a casa di Katerina, un’amica conosciuta all’università, quando con la sua famiglia viveva a Orbassano. Poi Przemysl, a poca distanza dalla frontiera di Medyka, dove mi aspettava una suora salesiana. [continua] 

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Mattia Bianco è un giornalista de L'Eco del Chisone, scrive di Economia, Spettacoli e Cronaca. Appassionato di montagna, è accompagnatore naturalistico, collabora con riviste specializzate ed è autore di due guide di trekking. Ha 34 anni, vive in un piccolo paese della Valle Po ed è sposato con Halyna, originaria di Chervonograd vicino a Leopoli. Si è messo in viaggio mercoledì mattina per portare in Italia un'amica di famiglia con i due bambini. L'idea di riempire l'auto di medicinali da far arrivare ai soldati e ai civili che stanno resistendo nelle città sotto attacco, e coperte e abiti caldi per i bambini e le donne che affollano i centri profughi polacchi, si è trasformata in un'ondata di solidarietà.

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