Danni da grandine: incontro a San Secondo per i sostegni alle aziende

Danni da grandine: incontro a San Secondo per i sostegni alle aziende
Giovedì 29 Maggio 2025 - 11:30

Sala gremita ieri in Municipio a San Secondo per l'incontro tra i sindaci dei Comuni colpiti dalla grandinata dello scorso 23 maggio che ha distrutto i raccolti  tra San Secondo e Pinerolo. Erano davvero tanti i sindaci presenti dal primo cittadino di Pinerolo Luca Salvai a quelli delle pianura come Airasca, comune quest'ultimo colpito precedentemente dalla piena del Lemina. I danni della grandinata non sono ancora quantificabili, ma tutti gli amministratori concordavano che dove l'evento ha colpito i danni sono stati ingentissimi. L'assessore Elissanna Toia di San secondo ha sottolineato: «La necessità di mettere in campo azioni comuni per affrontare gli eventi climatici sempre più estremi e frequenti» Aggiungendo poi: «Ad avere necessità di sostegno sono soprattutto le piccole aziende famigliari che sono la maggioranza sui nostri territori che rischiano di non avere piàùle risorse per proseguire l'attività». A San Secondo sono circa 30 le aziende agricole in attività, tante altre insistono nei Comuni circostanti e a Pinerolo, tutte gravemente danneggiate dagli ultime eventi meteo, anche se nel caso della grandinata, quest'ultima ha colpito a macchia di leopardo. I maggiori danni hanno riguardato i piccoli frutti e i vigneti, non solo non si raccoglierà nulla in questa annata, ma a rischio è anche la possibilità di raccogliere il prossimo anno poichè sono andati distrutti anche i racacci che avrebbero fruttificato nella prossima stagione. Per il presidente della Coldiretti Torino Bruno Mecca occorre affrontare il tema delle assicurazioni contro i danni del maltempo: «Visti i margini sempre più esegui , gli agricoltori spesso tagliano la spesa sulle assicurazioni, ma è come giocare d'azzardo, occorre un'azione calmieratrice sulle i premi assicurativi».

Infine tutti concordi che sia necessario intervenire sul territorio per prevenire le esondazione del reticolo idrografico minore che se non mantenuto e ampliato non èin grado di contenere le precipitazione sempre più abbondanti. «Sono molte le azioni di prevenzione da mettere in campo, abbiamo anche problemi per il moltiplicarsi dei patogeni provocati dall'eccessiva umidità» ha spiegato il tecnico agrario Bunino.

L'assessore regionale Bongioanni dopo aver raccolto le testimonianze degli amministratori non ha potuto fare altro che invitare i presenti ad approntare l'elenco dei danni e delle imprese colpite per poi chiedere gli indenizzi, molto aleatori, al Governo.

 

La voce degli agricoltori pinerolesi

Ad essere i più colpiti dalle recenti grandinate sono stati gli agricoltori e i produttori di Costagrande sulla collina di Pinerolo, tra le zone dove l'ultima grandinata si è manifestata con più violenza. Chicchi di ghiaccio grandi come palline da ping pong, sparate come «se fossero dei proiettili. A Pinerolo non ho mai visto una grandine così». Quasi un'ora di tempesta battente non ha risparmiato un centimetro dei raccolti: viti, piccoli frutti, verdure, persino l'erba dei campi da pascolo è ora inutilizzabile.
Danni enormi per quelle realtà, alcune giovani, che dai frutti della terra e della collina pinerolese traggono sostentamento, costruiscono il futuro, alimentano i sogni. Qui, dopo la bufera, si sono dovuti contare i danni e i resoconti sono impietosi, da brividi. «Abbiamo perso tra l'85 e il 90 per cento dei raccolti», ci racconta Luca Ciardossin, giovane imprenditore agricolo alla guida di "Giro di Vite", società nata nel 2016 che si estende nel verde al confine con San Pietro. «12 ettari di terreni, la metà vitigni, il resto frutteti, orti, uliveti, boschi». Nulla è stato risparmiato. «Mirtilli e fragole sono stati devastati, il poco che è rimasto lo reintegriamo in azienda e lo trasformiamo in marmellate o succhi; ma visto il tempo che usiamo per raccogliere non è conveniente». I danni più ingenti sono sulle viti: «Gli orti li ripianti, molte piante sono annuali e puoi sperare che l'anno successivo facciano qualcosa. Per la vite è diverso, la grandine ha colpito talmente forte che ha mitragliato i fusti e dobbiamo di fatto ripartire da zero. È un peccato perché l'annata era buona, arrivavamo da un 2024 difficile con un raccolto al 50 per cento; ora abbiamo perso praticamente tutto l'anno. Non ci arrendiamo però. Non possiamo arrenderci. Abbiamo investito troppo, ora dobbiamo ragionare come se fosse inverno e prepararci per il prossimo anno».
Si respira lo stesso clima all'Agriturismo Dell'Erba, 30 ettari di azienda a Costagrande, sei ettari di vigne, una realtà giovane che con grande lavoro e dedizione sta puntando a valorizzare Pinerolo e il Pinerolese. Sentiamo Alex e anche qui è stato un disastro: «Danni pari all'80 per cento, soprattutto sulle vigne. Alcune erano giovani e non possiamo fare altro che ripotare nella speranza che ci sia qualche frutto il prossimo anno». Il poco che è rimasto potrà essere usato: «Per un rosato o come base per uno spumante. Sicuramente non esce fuori un Barbera». Non migliore la situazione per la frutta: mirtilli, mele, pere, pesche: «Quel venti, massimo trenta per cento di frutti rimasti non possono sicuramente essere venduti come freschi, dovremmo quindi trasformarli in lavorati, marmellate, succhi e per noi è un danno economico perché tra lavorazione, tempo, materiali aumentano non poco i costi rispetto alla vendita diretta del frutto appena raccolto. Non sappiamo se il gioco vale la candela. Per un'azienda giovane come la nostra, che ha bisogno di liquidità costante per ampliarsi, migliorare, investire è un danno ingente. Traiamo un insegnamento: per sopravvivere oggi occorre diversificarsi il più possibile.  ».
Poco distante c'è Alidemma, azienda agricola di Christian Bachstadt che produce esclusivamente mirtilli. 21mila metri quadrati di terreno coltivato per una produzione che negli anni si è stabilizzata a 280 quintali. «Ho ispezionato pianta per pianta. Stimiamo un perdita almeno del 90 per cento del raccolto. Conto di riuscire a raccogliere poco più di venti quintali di mirtilli che basteranno per fare composte e lavorati. Cercheremo di soddisfare la clientela più affezionata con quel che abbiamo. Questa annata si apprestava ad essere eccezionale. Inutile girarci attorno: oggi stiamo già lavorando per il 2026».

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Paola Molino