ADMO Piemonte: la 35ª assemblea aperta con il ricordo del fondatore Mario Bella e l'omaggio alla famiglia
«Mario Bella non ha mai lasciato l'associazione sola. Ci siamo sentiti spesso, anche a orari impossibili, ma ora che non c'è questa mancanza l'ho sentita parecchio. Nel 2011 fu lui a chiedermi se fossi disposto a prendere il suo posto. Era un'eredità pesante quella che Mario mi ha lasciato ma sono stato un presidente molto fortunato perché come eredità mi ha lasciato un'associazione di volontari veramente fantastici. Il mio compito è stato portare l'associazione nella realtà di un mondo che è cambiato molto rapidamente».
Il presidente Admo Piemonte Stefano Balma ha aperto così la 35ª assemblea dei soci dell'associazione fondata da Mario Bella a Villar Perosa e oggi diventata una grande realtà regionale, parte di una federazione nazionale nella quale è spesso traino ed esempio. Poco prima alcuni volontari erano stati al cimitero di Villar Perosa (nella foto in alto) a rendere omaggio al fondatore Mario Bella, morto il 30 dicembre 2024, e alla sua famiglia. L'Associazione Nazionale dei Donatori di Midollo Osseo (Admo) nacque proprio per dare una risposta al testamento spirituale del figlio Rossano, morto in giovane età per la leucemia.
Per tutta la giornata l'assemblea affronterà il bilancio, i risultati e le difficoltà che i volontari del Piemonte e di tutta Italia devono affrontare: «Il vostro lavoro è servito davvero tanto non solo come numeri di iscrizioni, ma tanti in più hanno donato che vuol dire tante nuove potenziali vite salvate. Siamo una delle prime regioni, la quarta, in Italia per numero di iscrizioni, a volte la seconda dopo l'Emilia Romagna regione gigantesca come realtà e popolazione. Ma tutti i donatori fanno parte di un unico registro, che per me non è nemmeno solo quello italiano ma è quello mondiale».
Traguardi tutti raggiunti? «No - ha detto il presidente -. Vedo ancora una situazione italiana vecchia. Una legge donativa che unisce sangue e cellule staminali insieme. Un metodo di iscrizione inadeguato. Il colloquio medico obbligatorio per tipizzare al posto dell'autocertificazione come in altri Stati è un limite oggettivo grandissimo. L'impossibilità di usare i casi per promuovere la donazione ci taglia le gambe. Con queste limitazioni non otterremo mai l'aumento dei numeri di cui abbiamo bisogno. Io ci ho provato sempre. Il dottor Amoroso (ex direttore del Centro Trapianti di Torino) me lo disse: "Se si volesse davvero cambiare la legge lo si farebbe in un mese". Sarebbe bello cominciare l'assemblea dell'anno prossimo con un "ce l'abbiamo fatta"».
«Come Mario ha lottato all'inizio per un sistema che non esisteva, vale la pena oggi lottare per un sistema che è vecchio».
Dopo una lunga serie di considerazioni il presidente Balma ha concluso che se si vogliono raggiungere risultati l'associazione deve lavorare come un'azienda: «Siamo un’azienda farmaceutica che produce il farmaco più bello del mondo. Un donatore».
La 35ª assemblea prevede l'intera giornata di lavori. Approfondimenti mercoledì su L'Eco del Chisone in edicola e nella versione digitale. (Vai alla pagina Abbonamenti per accedere allo sfogliatore o sottoscrivere un abbonamento digitale).
Nella foto in basso, l'inizio dell'assemblea con l'intervento di Orietta Clot, volontaria da 30 anni dell'associazione.
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino