Extra Dati di marzo: la montagna con poca neve
A livello globale il 2023 è stato l'anno più caldo dal 1850. Sul pianeta l'aumento della temperatura media di 1,48 gradi rispetto alla seconda metà dell'Ottocento (periodo pre industriale) per quasi la metà dei giorni, ha rievocato il limite di un grado e mezzo di surriscaldamento che secondo l'Accordo di Parigi non deve essere superato.
Il dati del Copernicus climate change - programma dell'Esa (Agenzia Spaziale Europea) e della Commissione europea) hanno rilevato anche di peggio: per la prima volta a novembre due giorni sono stati più caldi di oltre due gradi. Ogni mese da giugno a dicembre dell'anno scorso è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente. Questo stato di cose aumenta gli eventi atmosferici estremi, dalla siccità alle inondazioni, dalle ondate di calore agli incendi boschi.
La decarbonizzazione è sempre più urgente per limitare l'innalzamento delle temperature. Su L'Eco EXTRA di marzo ci siamo posti le domande successive: come si conciliano il bisogno di rendere le attività umane più sostenibili dal punto di vista ambientale con altri tipi di sostenibilità, quella economica in primis.
IL CLIMA DEL PIEMONTE
Nella rubrica EXTRA DATI di marzo abbiamo puntato l'attenzione su alcuni numeri che aiutano a fare il punto su quanto il cambiamento del clima influisca in particolare sull'economia montana, sull'industria dello sci, sulla salute delle Alpi.
Per stringere il campo sulla situazione climatica del Piemonte abbiamo confrontato gli ultimi dieci rapporti climatici annuali dell'Arpa regionale. Una frase relativa al 2022, ultimo anno già disponibile al momento in cui L'Eco EXTRA andava in stampa, non potrebbe mettere meglio a fuco la situazione.
«L’anno 2022 è risultato il più caldo e il secondo meno piovoso dell’intera serie storica dal 1958. La combinazione di alte temperature e di siccità osservate dell’anno 2022 non ha precedenti nel periodo storico preso in considerazione e ridefinisce il concetto di estremo».
In EXTRA DATI raccontiamo anche la storia del ginepro che rivela quanto sia diminuita la neve sulle Alpi. Spoiler: più di un mese l'anno negli ultimi cento. Le proiezioni di uno studio commissionato dalla Sestrieres Spa sull'innevamento sciabile prevedibile da qui al 2090 confermano che solo la neve programmata potrà garantire la pratica dello sci anche sopra i 2000 metri. Infine riportiamo l'esito della campagna di misurazione dei ghiacciai dell'anno scorso altro record negativo per il 2022. Una parte dell'illustrazione è riportata qui in apertura, tutto il resto, con l'articolo, è su L'Eco EXTRA di marzo.
LE CONSEGUENZE SUL TURISMO ALPINO
La montagna sa raccogliere la sfida del cambiamento climatico? I sei Paesi dell'arco alpino che partecipano al progetto Interreg-Alpine Space BeyondSnow (Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia) stanno provando a guardare oltre il turismo della neve. Le stazioni sciistiche però continuano a costituire un'economia trainante. Ma c'è anche una valle che, senza cementificazione e impianti da sci, si è inventata un futuro da modello virtuoso di turismo sostenibile. Tutto questo è approfondito nel PRIMO PIANO dell'Eco EXTRA di marzo, disponibile anche nella versione digitale.
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Paola Molino