Le diverse tipologie di marketing per le aziende b2b e b2c

Le diverse tipologie di marketing per le aziende b2b e b2c
Venerdì 7 Ottobre 2022 - 11:13

Pare ovvio ribadirlo, ma lo scopo di una qualunque attività commerciale – eCommerce o tradizionale, specializzata in beni o in servizi – è vendere.

Per vendere tanto, e bene, è fondamentale conoscere profondamente la propria clientela, i settori e i target di cui fa parte, i suoi usi e costumi. Questo particolare è anche importante da tenere a mente per le campagne di marketing da effettuare per pubblicizzare la propria attività: devono essere mirate al tipo di clientela da raggiungere.

È vero, i compratori potenziali possono essere suddivisi in mille sottocategorie, ma in questo articolo ci soffermeremo in particolare sulle differenze tra due tipi di commercio: il b2b e il b2c.

L'attività business to business si dedica alla vendita ad altre aziende, mentre quella business to consumer si rivolge ai privati cittadini.

Una differenza così sostanziale prevede quindi strategie di marketing molto diverse. Indipendentemente che si sia responsabili di una b2b o di una b2c, in caso di dubbi su come affrontare il complesso mondo della promozione, ci si dovrebbe sempre rivolgere ad esperti del settore, come DSI Design, una Web Agency di Torino specializzata nella promozione sul web.

Nel mentre, qui sotto potrete leggere qualche consiglio su come sviluppare in modo brillante due strategie così diverse!

 

Comprendere le differenze fondamentali tra le clientele

cominciamo parlando delle differenze tra le due clientele: ci si rivolge a una b2b sempre per conto dell'azienda per cui si lavora e raramente di propria iniziativa; l'acquisto è spesso meditato e valutato da più figure lavorative, per capire se può effettivamente portare dei vantaggi o un profitto. Il budget è prestabilito, per questo è presumibile che un potenziale cliente effettui molte ricerche per trovare il miglior rapporto qualità-prezzo, prima di acquistare. Insomma, l'acquisto in uno shop b2b si basa puramente sulla logica.

Tutto il contrario è il processo che coinvolge i negozi b2c, in cui le transazioni partono spesso da una necessità emotiva. Gli acquisti riguardano un quantitativo di merce minore, ma sono più rapidi, fatti a volte d'impulso, perché un determinato prodotto semplicemente piace agli acquirenti o suscita in loro delle emozioni, non necessariamente perché è utile.

Questa differenza deve essere alla base delle diverse strategie di marketing da applicare.

 

Il marketing tradizionale dedicato alle aziende

Effettuare un acquisto per conto di un'azienda, come abbiamo visto, è un processo lento. Di conseguenza, il marketing di una b2b deve innanzitutto tenere conto che la sua funzione primaria non sarà necessariamente invitare a un acquisto immediato, bensì a convincere il potenziale compratore a proporre la transazione agli altri colleghi o ai superiori.

Il tempo maggiore speso per ottenere conversioni viene però ripagato da una possibile fidelizzazione dell'azienda, che potrebbe effettuare altri acquisti a cadenza periodica.

Un altro vantaggio è la possibilità di utilizzare canali di marketing “tradizionali”, che probabilmente con utenti singoli sarebbero pressoché inutili, ma che per moltissime aziende sono ancora la prassi. Le mail vengono lette quotidianamente, le telefonate ricevute; si può anche puntare su eventi fieristici, mirati proprio a invitare nuove ditte a unirsi alla propria clientela. Per quanto riguarda invece il marketing digitale, una grande risorsa è Linkedin, tramite cui impostare campagne altamente specifiche per determinati settori lavorativi.

 

Emotività ed emozione: le chiavi per cuore e portafoglio

Un potenziale cliente di una b2c corrisponde spesso a un determinato identikit, ma è molto meno specifico o restringente di quello che si potrebbe pensare. Gli articoli per neonati potrebbero essere pubblicizzati solamente a coppie con figli molto piccoli, ma in realtà possono venire acquistati anche da amici e parenti che vogliono far loro un regalo. E in tutto questo, le campagne non sono nemmeno indirizzate ai veri fruitori dei prodotti, cioè i bambini!

Questo tipo di marketing sfugge quindi alle regole della logica, per abbracciare quelle dell'emotività: non per niente le campagne vincenti fanno leva sulle emozioni più disparate dei potenziali acquirenti, coinvolgendoli e convincendoli che non stanno acquistando della banale merce, ma una vera e propria esperienza.

Il luogo vincente per questo tipo di sponsor diventa quindi la rete, visto il numero sempre crescente di ore che ci trascorriamo, per lavoro o svago. Le pubblicità veicolate agli utenti attraverso Google e i siti associati, o tramite i social, sono sempre più creative e interattive, ma anche precise e mirate, perfettamente in grado di colpire il lettore e cogliere la sua attenzione.

Per vendere è necessario quindi comprendere i diversi tipi di clientele e strutturare la promozione partendo dai loro interessi e dai loro bisogni: solo se ci mostriamo in grado di soddisfarli, possiamo convincerli ad affidarsi a noi.

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