Barista diffamato: per il poliziotto cade lo stalking, condanna per gli altri reati

Barista diffamato: per il poliziotto cade lo stalking, condanna per gli altri reati
Venerdì 10 Gennaio 2020 - 18:47

Il 13 luglio 2018 Massimiliano Conte (classe ’86, agente della Polstrada di Torino attualmente sospeso dal servizio) era stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per stalking, diffamazione e danneggiamenti nei confronti di Marcello Paschetta e del suo locale, L’infinito Café di Via Val Pellice a San Secondo. Oggi è arrivata la sentenza d’Appello: i giudici della Terza sezione hanno assolto il poliziotto per la prima contestazione (il fatto non sussiste), mentre per gli altri due reati l’hanno condannato a un anno e 5 mesi con la condizionale (subordinata al pagamento entro sei mesi della provvisionale di 5 mila euro per le ciascuna parte civile, Paschetta e la moglie). Revocata la misura cautelare del divieto di avvicinamento, l’ultima che ancora pendeva sul suo capo. La procura generale, nella requisitoria dello scorso 10 dicembre, aveva invece chiesto la conferma della pena decisa in primo grado dalla giudice Paola Rigonat.

 

«Leggeremo le motivazioni e vedremo se ci saranno i presupposti per un ricorso in Cassazione, come peraltro io credo», avverte il difensore, avv. Stefano La Notte. «L’assoluzione per lo stalking, sommata a quella per il peculato (disposta il 5 novembre dal gup Irene Gallesio, ndr), fa emergere un panorama nuovo e la figura di Conte esce in maniera decisamente diversa rispetto a quella inizialmente disegnata dai media: è stata ripulita». Per La Notte, soddisfazione anche per la revoca di ogni misura cautelare (l’agente nel luglio 2017 per quella vicenda fu pure arrestato e finì in carcere). «Confido che queste sentenze siano il presupposto per un suo rientro in servizio».
Ovviamente di tutt’altro tenore il commento dell’avv. di parte civile Michela Malerba: «Le prove raccolte, senza ancora conoscere le motivazioni dell’assoluzione dallo stalking, hanno consentito la condanna del Conte per il danneggiamento e la diffamazione, senza che l’esistenza di altro procedimento, più volte richiamato, abbia influito sull’esito.  Inoltre l’aver subordinato la sospensione condizionale della pena al pagamento della provvisionale è conseguente al  totale disinteresse del Conte, rispetto ai danni, già ritenuti in sentenza, subiti dalle parti civili».

In foto, L'Infinito Cafè di Strada Val Pellice e il vicinissimo locale "Colazione leccese" (da tempo chiuso) di proprietà della moglie di Conte.

L.S.
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Paola Molino