Caso Segre: «Malan mi sono astenuto, ma non ho tradito la mia storia di valdese»

Caso Segre: «Malan mi sono astenuto, ma non ho tradito la mia storia di valdese»
Sabato 9 Novembre 2019 - 11:53

Lucio Malan, senatore di Forza Italia, da oltre vent'anni siede ininterrottamente sugli scranni di Palazzo Madama al punto di essere considerato un romano di adozione. Le sue radici però affondano nel Pinerolese e in particolare nella Val Pellice, terra di valdesi che, come gli ebrei, furono vittime di discriminazioni e di brutali persecuzioni. A molti suoi compaesani quindi ha lasciato l'amaro in bocca il fatto che proprio il valdese Lucio Malan, in qualità di vice-capogruppo in Senato, abbia sostenuto i motivi della dissociazione in forma di astensione del partito di Berlusconi rispetto alla mozione "Segre" con cui si chiedeva l'istituzione di una commissione straordinaria di contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione a odio e violenza.

Senatore, con questa presa di posizione non crede di aver tradito la storia della sua terra di origine? «Ai valdesi, come un po' a tutti coloro che si sono indignati per la nostra astensione, chiedo di informarsi e di leggere gli atti dei lavori parlamentari prima di giudicare».

L'astensione su un tema del genere non parla già da sola? «Guardi, il mio impegno personale e del mio partito contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e istigazione all'odio è sempre stato coerente e costante molto di più di coloro che oggi ci additano come fascisti o addirittura nazisti».

Per evitare questo rischio non sarebbe bastato semplicemente votare la mozione Segre? «Rispondo con una domanda: chi si indigna per l'astensione del centrodestra, perché non ha votato anche la mozione di Forza Italia che in fondo era dello stesso tenore, ma non conteneva le tante cose strane, secondo me strumentali e ambigue, inserite in quella votata da centrosinistra e Cinquestelle, che aveva solo il pregio di avere come prima firmataria una personalità indiscussa come la Segre».

Cose strane? A cosa si riferisce? «Ad esempio la volontà di colpire atteggiamenti nazionalisti, perché su questo punto occorre intendersi: il nazionalismo distruttivo di Hitler è una cosa, ma ci sono invece espressioni di difesa dell'identità nazionale del tutto lecite, per dire, a suo modo anche Giolitti era un nazionalista; faccio un esempio: se io sostengo che democrazie come l'Italia o Israele, Stati di diritto, dove c'è l'uguaglianza tra uomo e donna e libertà religiosa sono superiori a quelle di quei Paesi dove queste regole e questi diritti sono negati, devo essere perseguito ed equiparato a Hitler?»

Intervista integrale sull'Eco del Chisone da mercoledì in edicola.

A.M.

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Paola Molino