Quel treno per Torre Pellice

Una linea che c'è solo più negli orari delle Ferrovie

C'è una responsabilità collettiva se si rischia la chiusura della linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice. Dagli ambientalisti agli ex-assessori regionali Casoni e Borioli, da alcuni pendolari ad altri residenti in Val Pellice per i quali il treno tradizionale andava conservato ad ogni costo. Per poi arrivare, o tornare, alla situazione di oggi: rilevanti costi di esercizio e sottoutilizzo di una linea che ha orari sgangherati, non adeguati insomma alle necessità dei potenziali viaggiatori.
Eppure ci fu un tempo, dieci anni fa, in cui si poteva salvare il collegamento attraverso una diversa organizzazione del trasporto. Fu Campia, ex-assessore provinciale, a proporre il tram-treno. Certamente meno comodo del treno tradizionale, ma più rapido e duttile in accelerazione e frenata. Con la possibilità di aggiungere almeno tre fermate intermedie (Airali di S. Secondo, ponte Chisone e borgo Nuovo di Pinerolo). Anche in funzione, le due ultime fermate, come sostitutive del bus giallo.
Il Politecnico aveva dato un parere favorevole precisando che «l'attuale costo di esercizio della linea dovrebbe superare il doppio di quello relativo alla metropolitana leggera». Ma molti in Val Pellice, ambientalisti compresi, insorsero e dissero che occorreva prevenire uno spreco. Cosa sta accadendo da mesi in Val Pellice è sotto gli occhi di tutti.
Ma questa è storia di ieri.
Pensando al domani è ancora possibile riproporre il vecchio progetto, opportunamente attualizzato, per garantire un vero servizio di collegamento su ferro tra Torre Pellice e Pinerolo? Ci proveranno i sindaci della Val Pellice e l'assessore provinciale ai Trasporti Bertone, sindaco di Cavour?
La situazione peggiore è l'immobilismo che contraddistingue il presente. Inutile infatti leggere nell'orario ferroviario che ci sono i collegamenti con la Val Pellice quando il trasporto avviene prevalentemente su gomma.
Negli ultimi dieci anni abbiamo sprecato un'occasione e sprecato milioni di euro. Chissà che una riproposizione del tram-treno (leggasi anche metropolitana leggera) possa ridurre i costi di un servizio a condizioni di garantire un vero servizio.
Perché spendere, oggi, denaro per un disservizio è semplicemente da incoscienti.�

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Paola Molino