Celentano come il Duce che fece chiudere "L'Eco"

Ricorrenze… storiche fino al Festival di Sanremo

I tempi cambiano ma c'è sempre qualcuno che vorrebbe riproporre misure coercitive che appartengono alla memoria storica.
Celentano non condivide quanto scrivono "Avvenire" o "Famiglia cristiana"? Allora andrebbero chiusi. E questo invito è stato pronunciato davanti ad una marea di telespettatori al Festival di Sanremo.
Un invito che qualsiasi persona, anche se dotata di scarsa intelligenza, non prenderà mai in considerazione. Si può condividere o meno quanto scrive un giornale, anche criticarlo duramente, ma chiudere una voce libera significherebbe un inqualificabile atteggiamento vessatorio.
In altre parole Celentano ha voluto scimmiottare quanto già accaduto in passato. E mi torna alla memoria la storia di questo nostro piccolo giornale, che è "L'Eco del Chisone". Nell'autunno del 1926, dopo l'attentato di un quindicenne nei confronti del Duce, il fascismo impose forti limitazioni alla libertà di stampa: anche "L'Eco" fu tra le "vittime" ed il settimanale per tre mesi fu costretto a sospendere le pubblicazioni. La ripresa avvenne solo nel mese di gennaio dell'anno successivo, quando il vescovo Binaschi prese il settimanale sotto la sua ala protettiva.
Celentano come il Duce, 86 anni dopo.

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Paola Molino