Vigone e Cercenasco, comunità a confronto
«Forse mons. Sola quando nel 1832 pose la prima pietra di S. Maria del Borgo, chiesa dalle dimensioni di una cattedrale, effettivamente pensava che Vigone potesse diventare sede episcopale» esordisce don Roberto Debernardi, da 14 anni parroco di Cercenasco e da quattro anche di Vigone.
Due paesi, uno di cinquemila e più, l'altro meno di duemila abitanti, con un solo parroco è un'impostazione di cui inizialmente i vigonesi non sembravano entusiasti. «Una necessità – prosegue don Debernardi –, se si pensa che nell'Archidiocesi di Torino, con 350 parrocchie, ogni anno lasciano tra i 20–30 parroci per malattia, vecchiaia, decessi e le ordinazioni di nuovi presbiteri non sono più di tre-quattro. Nel prossimo futuro potremo attenderci di avere un solo presbitero per distretto parrocchiale, il che vorrà dire un solo parroco ogni cinque-sei parrocchie». (approfondimenti nell'edizione in edicola)
Paola Molino