Meno Comuni ma con gli stessi servizi e diritti

Il tema della riduzione dei piccoli Comuni non è una invenzione del 21º secolo. Se ne parlava prima ancora dell'Unità d'Italia. Nel 1860 il ministro dell'Interno Farini propose l'accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti, ma la sua proposta non ebbe seguito. Come ministro fu subito sostituito da Minghetti e del problema dell'accorpamento - un tema da noi davvero impopolare - non se ne fece più nulla.
Non sappiamo che fine farà la proposta del Governo Berlusconi perché c'è una forte opposizione anche all'interno della stessa maggioranza. La domanda di fondo però resta questa: accorpando si è davvero sicuri di risparmiare quei miliardi tanto decantati, oppure si tratta solo di un restyling delle piccole Amministrazioni locali?
Che si perda qualche piccolo Comune, accorpando ad esempio Prali con Perrero, Salza e Massello che assieme fanno 1.150 abitanti, oppure Oncino con Crissolo ed Ostana, 350 abitanti in tutto, non significa dare meno dignità ad alcune piccole realtà locali. Spesso è una dignità solo di facciata perché il problema è un altro: a questi ed a tanti altri piccoli Comuni occorrono garanzie per avere gli stessi servizi e diritti di coloro che abitano in Comuni più popolosi. Ci sono già forme associative tra i Comuni - anche tra quelli oltre i cinquemila abitanti - ed è questa la strada da percorrere, alleggerendo le piccole unità locali da alcune spese, spesso solo marginali, legate al mantenimento delle attuali autonomie comunali.
Risparmiare in burocrazia, ma migliorare i servizi a chi vi abita, dare garanzie di un futuro meno incerto, una viabilità che permetta regolari collegamenti. Per non vivere come in alta Val Germanasca, con la spada di Damocle appesa ad un filo sperando che una pioggia più abbondante del solito renda impossibile raggiungere il fondovalle.
È sulle cose concrete che occorrono risposte altrettanto precise. Ma questo non significa tagliare le spese per i piccoli Comuni, significa solo destinare le poche risorse finanziarie ad interventi a tutela della gente e del territorio e se anche si perde qualche municipio non sarebbe poi la fine del mondo. Importante è che vengano garantiti servizi e diritti. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino