Una città in giallo

Inutile nascondercelo. Il Tour de France per due giorni a Pinerolo - arrivo mercoledì 20, partenza il 21 con giro turistico lungo le vie del centro storico - è un'occasione unica, forse irripetibile. Pinerolo per due giorni finirà sui giornali e tv di mezzo mondo (le tv accreditate che trasmettono le immagini sono 121) grazie al Tour che ha un impatto mediatico ed una visibilità ai primi ordini di grandezza con i Mondiali di calcio, Olimpiadi, Formula 1 e, restando nel nostro continente, gli Europei di calcio.
Grazie dunque al Tour, a chi l'ha desiderato, coccolato, infine sponsorizzato (Elio Chiatellino e Marina Quadro della Quadrifoglio) per averlo voluto all'ombra di S. Maurizio. A questo punto però guai a considerare il Tour solo come una bella cartolina da esporre in salotto. Perché il Tour potrebbe essere sfruttato - non solo a Pinerolo, ma dall'intero territorio - come un passe-partout (peccato che Turismo Torino abbia fatto autogol fino al 10 luglio, non facendo cenno, tra le prime notizie, al Tour, dando invece spazio negli "Eventi" a… «piedi tra le nuvole del Parco del Gran Paradiso». Evidentemente un Turismo Torino con la testa fra le nuvole!). Un'occasione in più per accreditarci a livello internazionale, dal punto di vista turistico, ma non solo, puntando soprattutto ai luoghi più prossimi al confine francese. Anche per tentare di recuperare, almeno in parte, quegli investimenti pubblici che Comuni, Provincia e Regione hanno destinato all'evento sportivo che scuote gli animi, appassiona le folle, anche se non è più il ciclismo epico di un tempo.
Un'occasione da non perdere. Anche il Tour può essere un buon investimento. Importante è saperne cogliere almeno qualche frutto. Se poi, in fatto di organizzazione, è emerso un po' di sciovinismo, perdoniamolo ai francesi. Potevano scegliere un'altra città di tappa. Invece hanno scelto Pinerolo.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino