In carcere, ma innocente

Il calvario di chi subisce un processo

Ad ascoltare chi l'ha vissuto, essere imputato in un processo è una delle esperienze più drammatiche della vita. Anche se dopo anni di tormento si ottiene un'assoluzione piena. Non basta una vita per dimenticare.
Abbiamo raccolto alcune testimonianze di cittadini di questo territorio che loro malgrado hanno subito processi, uscendone però tutti assolti con formula piena.
L'arch. David Terracini, dirigente capo del Settore urbanistica del Comune, ha dovuto aspettare sette anni perché la sua vicenda si concludesse (felicemente) anche in Appello. «Il mio terrore era che sopraggiungesse la prescrizione. Io volevo essere assolto perché innocente, non perché scadevano i termini».
Abbiamo anche sentito Ludmilla, sorella di Igor Burcovschii, che nel 2009 si è fatto tre mesi di carcere per un'accusa di stupro. «Igor ora è tornato in Moldavia, dalla famiglia. Devono ricostruirsi una serenità perché la vicenda li ha distrutti».
C'è una coppia della Val Chisone che sta perdendo la salute per un'accusa di abuso edilizio. Dopo 16 udienze, 5 periti e un'assoluzione, non è ancora finita. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino