Ed ora occupiamoci di problemi reali

Dopo le diatribe a Pinerolo

Da troppo tempo Pinerolo è ferma al palo di partenza. Il problema di fondo è che occorre sapere in che direzione andare. L'interesse è di carattere generale. Non riguarda solo la città ma l'intero territorio. E confesso che qualche speranza - di sapere cioè in che direzione muoversi - s'era manifestata di fronte alla possibilità di indire quelli che pomposamente sono definiti "Stati generali". Li avevano proposti, in modo un po' improvvisato il sindaco di Cavour-assessore provinciale, Bertone, e l'on. Merlo un anno fa. Lo scopo: definire una strategia per il Pinerolese coinvolgendo le forze sociali, politiche, economiche. Insomma, un lavoro di gruppo dall'esito certamente incerto. L'aveva sottolineato anche il presidente della Provincia Saitta. Con una premessa molto realistica: «Non dobbiamo fare l'errore di alimentare illusioni eccessive sull'esito dell'iniziativa». Illusioni no, ma almeno provarci.
Un anno dopo siamo al punto di partenza anche se lo stesso Saitta, nel mese di maggio 2010 pronosticò: «Tra un mese possiamo cominciare…, scadenza fine 2011».
Quel mese era l'autunno del 2010, oggi siamo in primavera. Di Stati generali - se mai si faranno - si parlerà tra sei mesi cosicché dal "lancio" di Bertone e Merlo alla fine sarà trascorso un anno e mezzo.
Ora Pinerolo torna in primo piano per l'appuntamento elettorale di metà maggio. Al di là delle diatribe interne al Pd, con l'ondivago di turno che ha abbandonato il partito per farsi candidare da un altro raggruppamento, in primo piano ci sono le scelte che i candidati esprimeranno sui problemi reali.
Cominciamo infatti a ragionare sulle cose concrete, sul disegno della città proiettata verso il 2020 (purtroppo i tempi pubblici sono sempre medio lunghi). "Cinque stelle" ha già fatto la sua parte. Dal dettaglio delle piccole cose ai massimi sistemi di Grillo ma almeno loro ci hanno provato. Con un messaggio che valga per tutti dopo anni in cui a Pinerolo si è assistito ad una defatigante crisi politica: «Il miglior modo per amministrare la città è quello del consenso condiviso. Maggioranza e minoranza non devono incontrarsi solo per ratificare ciò che gli uni hanno deciso anche per gli altri, ma entrambi devono partecipare attivamente alla formazione della città».
Un suggerimento che i partiti farebbero bene a prendere in considerazione, con i piedi ben saldi per terra, senza voli pindarici sconclusionati, passando da un argomento all'altro senza alcun costrutto.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino