Disoccupati con 110 e lode

Nel Pinerolese e nella cintura di Torino giovani diplomati e laureati non trovano lavoro

A Tunisi i giovani sono scesi in piazza accanto ai loro padri nella "rivolta del pane". Chiedono democrazia, ma anche lavoro e opportunità. Futuro, in una parola. Ma anche in Italia non è facile essere giovani. La situazione è meno tragica, ma comunque pesante: un ragazzo su 5 tra i 15 e i 29 anni non studia (o ha già finito di farlo) e non lavora. Sono quasi due milioni nel Paese, il Pinerolese e la cintura di Torino si discostano di poco dalla statistica. Se poi riescono a penetrare il mondo del lavoro è per una sistemazione precaria, sottopagata, a singhiozzo, anche se si è giovani "in gamba", anche se brillantemente laureati. Il mercato del lavoro rende le nuove generazioni deboli e facilmente ricattabili. Tre mesi lavori e poi torni a farti mantenere da mamma e papà. Perché per le generazioni dei venti-trentenni l'unico ammortizzatore sociale è sempre e solo la famiglia.
Ma un Paese che non sostiene i propri giovani boicotta il proprio futuro. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino