Se cominciassimo a tagliare gli sprechi

I carrozzoni ingombranti

Luca Ricolfi, sociologo sessantenne e docente dell'università torinese, ha espresso un concetto semplice semplice: il primo taglio da fare è quello degli sprechi (e van bene anche i tagli alla politica, ma si tratterebbe di un risparmio infinitamente inferiore). Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, l'ha contattato specificatamente per individuare e tentare di cancellare gli sprechi - veri o presunti - nel settore Sanità. I prossimi mesi ci diranno se saranno riusciti nell'intento.
Un Ricolfi che servirebbe anche nel Pinerolese. Siamo in presenza di una dimensione diversa, ma quanto sta accadendo ci induce a qualche annotazione, proprio in un momento in cui, per gli enti locali, iniziano giorni sempre più difficili.
Cito un primo caso. Le Comunità montane. Nel Pinerolese si è raggiunto un farraginoso compromesso: tre sedi, una operativa, una legale, un'amministrativa. Tre edifici con relativi costi per una sola grande Comunità! In Valle Po sono ancora in discussione: faranno due sedi, una per la Val Po e l'altra per la Val Varaita? Né si sa ancora se i responsabili saranno uno o due!
Riassumendo: vengono mantenuti i costi gestionali pressoché invariati invece di puntare drasticamente ad una loro riduzione per destinare i soldi risparmiati al territorio montano. Che dovrebbe poi essere la finalità che distingue ogni Comunità montana: non mantenere apparati o carrozzoni ingombranti, ma puntare ad una gestione agile ed economica.
Certo sono da superare i campanilismi. Ma se ad esempio è difficile mettere d'accordo Torre Pellice con Perosa allora si capisce com'è difficile fare scelte coese a livello nazionale!
Né la pianura brilla in fatto di tagli agli sprechi. Prendiamo il caso dell'Assot (un'agenzia per lo sviluppo nata dodici anni fa per volontà della Provincia e dei Comuni di Beinasco, Orbassano, Piossasco, Volvera, Rivalta, poi ampliata con la partecipazione della Comunità montana Val Sangone). Ha l'acqua alla gola, debiti per 2.600 milioni, crediti di molto inferiori ed un conto in rosso che sfiora il milione. Tutti soldi pubblici che i Comuni e gli enti aderenti all'Assot dovrebbero o potrebbero ripianare. Ma perché investire ancora soldi in un carrozzone che finora ha fatto solo debiti? Già la Val Pellice in passato s'era distinta… con l'Agess, altra Agenzia per lo sviluppo che ha accumulato debiti. Tutti soldi pubblici persi per sempre.
Milioni gettati al vento. E ben poco conta, se un presidente di Comunità montana guadagna qualcosina. Almeno le spese è giusto pagargliele. Con una presidenza o l'incarico da sindaco nessun piccolo amministratore locale si è mai ingrassato. Non sono questi gli sprechi.
Sono gli altri sprechi che incidono pesantemente sui Comuni. Ad esempio tre sedi di Comunità montana sono troppe. Forse meglio venderle tutte e tre e farne una sola, pur garantendo un minimo di presenza sui territori che, diciamocelo francamente, non sono poi in capo al mondo. Pragelato dista 60 chilometri da Cumiana. Porte è appena a quattro da S. Secondo. Anche se provengono da diverse Comunità montane che si sono unite per fare sistema.
Già, ma quale sistema?

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino