Pascoli comunali: un nuovo regolamento

Sanfront, 380 ettari saranno divisi tra una decina di allevatori
Per la legge assegnati prima ai residenti - Probabili malumori

SANFRONT - L’Amministrazione comunale è in procinto di approvare un nuovo regolamento per la disciplina e l’affitto di terreni pascolivi esistenti sul territorio sanfrontese.

La necessità è emersa dopo le numerose richieste pervenute in tal senso da parte di allevatori residenti (aziende locali) ed anche da parte di aziende dei Comuni limitrofi. Gli uffici competenti hanno dunque provveduto ad incontrare e contattare più volte le organizzazioni sindacali che tutelano gli interessi dei pastori per arrivare alla stesura di un documento congiunto.

Alla base dell’argomento vi è però un’altra valutazione determinante basata sulla disponibilità di terreni "puliti" - in cui è stata verificata l’assenza (totale o parziale) di grosse pietre, vegetazione, alberi - effettuata sulle proprietà comunali gravate dall’uso civico di pascolo, da confrontarsi con il numero degli animali da condurre alla monticazione. Quest’ultima quantità è stata dunque trasformata in un'unità di misura definita Uba (Unità bovine adulte).

La prima valutazione ha portato ad una disponibilità effettiva e pulita di circa 380 ettari di terreno che saranno suddivisi tra una decina di allevatori locali con un rapporto di priorità previsto dal regolamento che prevede anche l’assegnazione, in secondo luogo, anche ai non residenti che pascolano da almeno cinque anni sul territorio comunale e, in ultimo, ai non residenti.

Tale atto amministrativo si pone nel contesto volto alla disciplina economica ed ambientale dei pascoli alpini di proprietà pubblica. Un concetto ribadito anche dalla Regione che afferma la necessità di «regolamentare l’uso dei pascoli per favorire una corretta gestione degli allevamenti e delle produzioni foraggere e, in ultima analisi, per perseguire la salvaguardia della biodiversità e del territorio».

La superficie dei pascoli alpini piemontesi ammonta a 305.405 ettari di cui circa il 42 per cento è di proprietà pubblica, prevalentemente comunale; nasce dunque da qui la necessità di porre le basi per una gestione corretta sia per valorizzare in territorio che per garantire i diritti dei cittadini. Quest’ultima peculiarità, nel caso sanfrontese, è probabile che potrà causare alcuni malcontenti in quanto alcune aziende che hanno praticato l’alpeggio sui pascoli locali per molti anni (il cui codice anagrafico nazionale non è di Sanfront) perderanno tale opportunità in quanto l’esercizio dell’uso civico predilige l’assegnazione dei lotti alle aziende residenti.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino