I Carabinieri sgomberano il Türck

La proprietà: «Molto bene, era ora» e annuncia un ricorso al Tar
Secondo l'avvocato «l'Amministrazione non ha agito in modo corretto»

Mercoledì 31 marzo alle 7,30 circa i Carabinieri di Pinerolo e i Vigili urbani hanno eseguito l'ordinanza del sindaco sullo sgombero dell'ex-merlettificio di via Moirano.

Nella struttura, fatiscente, vivevano in condizioni molto più che precarie alcune persone di origini marocchine, in parte anche in regola con i permessi. Nella fabbrica sono stati sequestrati oggetti di ogni genere: decine di vecchie biciclette (uno degli abitanti del Turck in Marocco le riparava), batterie per automobili, due grosse coniglie con i cuccioli appena nati.

Dopo gli accertamenti due uomini sono stati portati in carcere a Saluzzo perché avevano già ricevuto un decreto di espulsione: Mastfa Fada, di 32 anni, e Mohammed Balbaraka, 47. Altri due, M.H. di 47 anni e M.L. di 63, sono stati denunciati perché sprovvisti di documenti.

Fin qui la notizia di cronaca. Sulla vicenda nei giorni scorsi hanno fatto sentire la loro voce alcune società proprietarie dell'area Türck. Si tratta dell'Immobiliare del quadrangolo Snc, la Sangermano Partecipazioni Snc, l'Impresa costruzioni civili e industriali Rasetto Aldo, facenti capo rispettivamente a Franco Giustetto, Luciano Trombotto e Aldo Rasetto. Per loro interviene l'avv. Andrea Cianci, il quale annuncia un ricorso al Tar contro l’ordinanza emessa nei confronti dei suoi assistiti dal Comune di Pinerolo. Afferma l'avv. Cianci: «Non ci pare corretto trasferire in capo a soggetti privati una questione di rilevanza pubblica».

«Inoltre - prosegue - sin dall’anno 2008 segnalammo la necessità d'intervenire, anche con atti formali. Da tale epoca si è atteso l’intervento dell’autorità, indispensabile per addivenire allo sgombero coattivo dell’area e per risolvere un problema che si configura, ad ogni effetto, come di ordine pubblico, rispetto al quale i soggetti comproprietari sono i primi danneggiati. È poi evidente che lo sgombero coattivo, realizzabile solo attraverso l’impiego della forza pubblica, costituisce un presupposto ineliminabile rispetto alle successive attività di messa in sicurezza. In ogni caso, le società comproprietarie continueranno ad adoperarsi per assicurare la corretta custodia dell’area».

 

l.p.

A.M.

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Paola Molino